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Channel: Bellezza e Beauty – iO Donna
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Natale 2018: i regali beauty per lui

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Che ami prendersi cura di sé o che si limiti ai gesti di base. Che si coccoli prima e dopo la rasatura o che si accontenti di gesti frettolosi davanti allo specchio. Che abbia una fragranza preferita o che sia in cerca del profumo che meglio lo rappresenti. Insomma: qualunque sia la tipologia d’uomo cui avete deciso di fare un regalo, c’è la giusta idea beauty.

Spopolano pratiche pochette, perché racchiudono il meglio della cosmetica al maschile in formati pratici e portabili, con un occhio di riguardo alle tematiche più sentite da mariti, fidanzati, fratelli e papà. Ecco quindi dopobarba lenitivi, idratanti leggeri e freschi, ma anche il soin opacizzante e il giusto balsamo labbra per il più esigente. ancora più indispensabili: lo shower-gel da portare in palestra, lo shampoo “green”, il rasoio elettrico più evoluto. Per lasciarlo a bocca aperta, c’è sempre la profumeria (nella gallery sotto).

Nessun limite ai gusti: si può spaziare da fragranze potenti e ricercate (qualche esempio? Tom Ford Fucking Fabulous, un complimento olfattivo – nient’affatto – velato già dal nome, Armani Eau de Nuit Oud, Salvatore Ferragamo Uomo, Dolce e Gabbana The One For Men), a jus passionali, modaioli (come Gucci Guilty Pour Homme, Bleu de Chanel, Laura Biagiotti Roma Passione Uomo), o bouquet più romantici e sognatori, dalle note ozonate, acquatiche, speziate (Dior Sauvage, Armani Acqua di Giò, Terre d’Hermés). Scegliete quello che più piace… anche a voi.

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Profumi donna: Tutte le novità dell’autunno inverno 2018

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Quando Hubert de Givenchy inventa un profumo per Audrey Hepburn corre l’anno 1957. Non gli dà nemmeno un nome, sarà semplicemente il parfum della sua musa. Succede che alcune illustri clienti dell’atelier di Parigi – Jackie Kennedy inclusa – ne sentano l’effluvio e desiderino averne una boccetta. Sulle prime la Hepburn si oppone: «Je vous l’interdit!» dice al couturier. “Ve lo proibisco”, da cui il nome: L’Interdit, il proibito. Una delle fragranze più iconiche della profumeria europea, rieditata quest’anno dalla maison francese. Intatta nello spirito, si apre frizzante di bergamotto per esplodere, elegantissima, in un cuore di tuberosa e gelsomino Sambac.

Al Pacino e Gabrielle Anvar nel film del 1992 “Scent of a Woman – Profumo di donna”.

Non è difficile capire le ragioni della Hepburn, in fondo. Quale donna non vorrebbe una fragranza tutta per sé? Un po’ come la famosa stanza rivendicata da Virginia Wolf, simbolo di un’irrinunciabile libertà d’espressione. E il pianeta olfattivo non si fa trovare impreparato: il ventaglio delle proposte di stagione si rivela potente e sfaccettato, ricco di jus capaci di trasformarsi sulla pelle di ognuna, diventando di fatto unici. Questione di pH, umore, e soprattutto personalità.

Sul palcoscenico dell’autunno la prima ballerina è, a grande sorpresa, il mandarino, agrume dai sentori tanto aspri quanto natalizi. La sua dolcezza esperidata è capace di svariate performance: leggero quando si mescola alla rosa di Grasse, il ribes nero e il patchouli nel nuovo Joy di Christian Dior; goloso se insieme a lui danzano fragola, amarena, violetta e vaniglia; spregiudicatamente sexy accostato a miele, Jatamansi – preziosissimo olio himalayano – fava tonka e sandalo.

Emilie Copperman, la giovane creatrice di Sound of Donna, l’ultimo nato di casa Trussardi, lo ha addirittura “fatto flirtare” con la croccantezza delle mandorle, per poi chiudere il bouquet con legno di sandalo, patchouli e un accordo Mont Blanc. Sì, proprio quello, il dolce a base di meringa, panna montata e castagna. Insomma gli agrumi hanno un ruolo importante anche nella stagione fredda. Perché oltre al mandarino, non mancano bergamotto, limone, arancia amara, tutti nelle note di testa per esplodere di freschezza e poi fondersi con i veri re dell’inverno, sandalo, muschio, ambra e patchouli. Senza dubbio, ognuna troverà il suo personale sillage.

Meg Ryan e Billy Crystal nel film “Harry ti presento Sally”, nella scena in cui Harry si dichiara con questa frase: «Ti amo quando hai freddo e fuori ci sono 30 gradi. Amo la ruga che ti viene qui quando mi guardi come se fossi pazzo. Mi piace che dopo una giornata passata con te, sento ancora il tuo profumo sui miei golf…».

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Keira Knightley: beauty evolution dei suoi personaggi, dagli esordi fino a Colette

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Keira Knightley, 33 anni, esce il 6 dicembre nelle sale italiane vestendo i panni della più controversa scrittrice francese del Novecento, vera eroina di anticonformismo e femminismo: Colette. Per farlo, ancora una volta, Keira indossa degli splendidi costumi di scena, fedelissima riproduzione d’epoca a firma di Andrea Flesch. E così lungo i 111 minuti del film, l’evoluzione dello stile e del beauty look della protagonista scandisce la consapevolezza con cui Colette si evolve da ghost writer del marito Willy ad autentica diva del proprio tempo: dai raccolti tipici dei primi del Novecento ai capelli corti a la“garçonne”, anche la sua immagine rispecchia il percorso di costruzione del proprio successo, fino a diventare una vera e propria fashion icon ante litteram.

Keira Knighteley nei film La Duchessa (2008), Colette (2018) e Anna Karenina (2012).

Quello di Colette non certo è il primo personaggio in costume che Keira Knightley interpreta: sembra infatti che l’attrice anglosassone abbia un raro talento nell’indossare gli abiti d’epoca. E c’è un motivo: “Fin dal momento in cui ho potuto scegliere che ruoli interpretare, ho sempre scelto donne dotate di forza, con un grande carattere. Le donne che avrei voluto essere, di cui avrei voluto conoscere di più” ha raccontato lei stessa al London Film Festival, presentando questa sua ultima creatura.

Dai Pirati dei Caraibi fino a Lo Schiaccianoci passando per La Duchessa e Anna Karenina, l’abbiamo ammirata più volte trasformarsi in un’eroina in crine e merletti e insieme ad essi, sperimentare acconciature e makeup d’altri tempi: “il mio look in Espiazione rimane uno dei miei preferiti” ha detto una volta in un’intervista “poi c’è Anna Karenina, in cui i capelli erano davvero incredibili. E ora Colette, che era semplicemente stupenda: ha superato i suoi limiti e il suo look è parte delle sue creazioni”.

Nonostante ciò, Keira ha consegnato all’immaginario di tutti anche altri personaggi non necessariamente storici. Due su tutti? L’adolescente di Sognando Beckham, in frontino e top crop Anni’ 90 e la Juliet di Love Actually, bellissima sposa con i capelli raccolti e i dettagli di piume. E voi, quale preferite?

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Le dritte beauty per arrivare splendenti alle feste

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Chi di voi ricorda il Natale di Renée Zellweger nei panni di Bridget Jones, intenta a scartare i regali in pigiama sul divano di casa, sola, afflitta e trasandata? Ecco, adesso resettate l’immagine. Perché voi, al giorno della vigilia arriverete splendenti: pelle e capelli luminosissimi, mani e piedi come opere d’arte, fisico mozzafiato. Fidatevi, due settimane sono sufficienti. Di rigore, una dieta detox, gli indirizzi giusti dove programmare pulizia del viso, manicure, pedicure, ritocco sopracciglia e altre “varie ed eventuali”, più un paio di pause con le amiche. Per fare cosa, lo scoprirete qui di seguito.

-14 giorni: bisogna “fare il punto”
Si parte. Per almeno una settimana, accantonate vino, carboidrati e aperitivi. Le tossine in eccesso spengono l’incarnato. È il momento degli estratti, delle zuppe sane, di frutta e verdura fresche e delle tisane. Bevete il più possibile. E se anche la moda delle acque in bottiglia griffate spopola, è meglio optare per qualcosa di più economico, visto che di acqua bisognerà berne almeno due litri al giorno. Se avete un buon filtro, va benissimo anche quella del rubinetto. Poi programmate un paio di sedute dall’estetista, una per la pulizia del viso (per eliminare le cellule morte e ridare splendore alla pelle) e un’altra per un massaggio antistress e antiage. Quest’ultimo si può ripetere la settimana che precede le feste. A Londra e New York, imperversa il Bespoke Sculpting Inner Facial, con cui si manipolano le zone dentro e fuori la bocca per scolpire gli zigomi e la mascella. Una tecnica che ha incantato Kate Moss, Jennifer Lopez e Meghan Markle. Senza andare oltreoceano, potete provare il nuovo Eva di Endosphères Therapy, un trattamento per il ringiovanimento del viso, altamente tecnologico e non invasivo, che utilizza una combinazione di microvibrazioni per ossigenare e rigenerare i tessuti.

Sara Sampaio e Romee Strijd (Instagram)

Come in una spa
A casa, procedete con uno scrub viso e maschera nutriente. Il primo sceglietelo delicato e a base oleosa e fatene un massimo di tre a settimana. Idem per la maschera. Alternate la doccia al bagno: un giorno una, un giorno l’altro. Nel primo caso, esfoliate delicatamente la cute umida, insistendo su gomiti, talloni, ginocchia (basta una volta alla settimana). Prima di immergervi nella vasca, invece, aggiungete il succo di quattro limoni e due cucchiai di bicarbonato, per detossinare e schiarire. In alternativa, amido di riso: quattro o cinque misurini abbondanti da sciogliere a 40 gradi, uniti a qualche goccia del vostro olio essenziale preferito.

Operazione trucco
Da segnare in agenda una lezione presso una delle tante scuole di make up per perfezionare il vostro look. Sephora, Douglas, Marionnaud e molti altri le organizzano, durano qualche ora e sono divertenti. Frequentatele per tempo, in modo da allenarvi a casa con polveri e pennelli, prima che cominci la maratona natalizia.

-7: ora inserite il turbo
Se avete in mente di cambiare colore, non fatelo a ridosso delle feste ma la settimana prima. Nel caso in cui non vi piacesse, potreste sempre correre ai ripari ritornando dal parrucchiere. Ricordatevi però che in questo periodo, anche per gli habitué, prendere appuntamento può essere un’impresa.

Irina Shayk (Instagram)

Lisce come il velluto
La ceretta va programmata verso il 20-21 dicembre, non dopo. Se la pelle si arrossa, dovete darle il tempo di sfiammarsi: ascelle, gambe, inguine, eventuali baffetti. Non trascurate nulla. Ma trovate il tempo anche per fare un salto a disegnare e a definire le sopracciglia, magari in uno dei tanti Brow Bar Benefit. Lo sguardo ne beneficerà.

Siamo agli sgoccioli
Il 23 e il 24 sono, tradizionalmente, off limits. Ci sono gli ultimi regali da fare, sembra che la fine del mondo sia dietro l’angolo. Ma il 22 pianificate manicure e pedicure (anche con manipolazione plantare), perché anche i piedi contano, nonostante la stagione. E poi, potreste sempre decidere di passare il capodanno indossando sandali senza calze, no? Preparate intanto il terreno a casa facendo maschere specifiche. Un paio basteranno ad ammorbidire mani e piedi. Alternate a impacchi di crema notturni indossando calzine e guanti in cotone protettivi. Per unghie perfette sino alla fine dell’anno, scegliete uno smalto in gel o un semipermanente.

Sara Sampaio (Instagram)

Eccoci arrivate: è il 24

A poche ore dalla vigilia, il gran finale. Un trattamento da cabina sontuoso, la maschera in oro 24 k composta di dieci foglie realizzate a mano da applicare insieme a due sieri, pre e post trattamento, a base di vitamina E. Basterà una seduta per essere radiose e irresistibili (Magnificent, The Merchant of Venice). A questo punto, brindate a quanto siete state brave. Non avete trascurato nulla? Non dimenticatevi due appuntamenti con le amiche per una bella sauna finlandese. Libera dalle tossine, tiene lontano il raffreddore e migliora l’umore con la friend-therapy! E se, nonostante la dieta detox, avete ancora curve un po’ arrotondate, siate indulgenti con voi stesse. Un pizzico di sana autoironia è la prima regola per stare e volersi bene.

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Cosa salvare del Grande Fratello Vip? Le parrucche di Ilary Blasi

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Tra polemiche e ascolti in caduta c’è qualcosa per cui questa terza edizione del Grande Fratello Vip merita di essere ricordata? Insomma qualcosa di “memorabile”? Forse i vari look di Ilary Blasi, la conduttrice di tutte le tre edizioni del programma. E in particolare le parrucche. Oltre a carattere e professionalità infatti, lady Totti si è divertita a sfoggiare acconciature e make up diversi, e soprattutto in questa terza edizione ha stravolto completamente la sua immagine: grazie alle sapienti mani della sua hairstylist Alessia Solidani, di puntata in puntata, si è trasformata in una giovane Raffaella Carrà grazie a una parrucca bob/caschetto platino, una Raperonzolo in carne ed ossa con una cascata di boccoli biondi infiniti, una creatura del futuro, mix tra Katy Perry e Lady Gaga, con tagli corti asimmetrici e frangetta. Oppure, ancora, in una sensuale mora, grazie a una parrucca castana.

Con un caschetto moro che fa risaltare i suoi occhi azzurri (Instagram @claudionototruccatore)

«Per me sono un gioco. Mia nonna Marcella ne aveva tante e volevo riportare in auge il suo stile», ha spiegato Ilary Blasi a Tv Sorrisi e Canzoni, «in America le usano tantissimo, qui da noi dovevo sdoganare un tabù. Poi sono pratiche: arrivi e trovi la testa pronta, già phonata e via! Io bruna? A casa una parrucca nera col caschetto alla Valentina ce l’ho, non si sa mai. Ma in video non so… ci penso. Come reagirebbe mio marito? Male, a lui piaccio bionda».

Una lunghezza media e onde appena accennate (Instagram @claudionototruccatore)

Ma Ilary Blasi non ha paura di osare, e ha fatto bene: il pubblico, fiutata la recente indole camaleontica della conduttrice, non vedeva l’ora di arrivare alla puntata successiva solo per vedere cosa si sarebbero inventati i suoi parrucchieri pur di rivoluzionare la sua immagine ancora una volta. Poi, magari, dopo qualche minuto di reality si cambiava canale. Ma questa è un’altra storia.

 

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Spa in montagna: gli indirizzi per un inverno all’insegna del wellness

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La giornata perfetta ad alta quota? Inizia di buon’ora, sulle piste. E termina, quando comincia a fare buio, tra i vapori di un bagno turco o nel caldo abbraccio di una sauna. E se i muscoli “protestano” per lo sforzo cui sono stati chiamati, nulla è meglio di un massaggio che allevi la fatica e sciolga le tensioni. 

Buone notizie: sono sempre più numerose le strutture di montagna che ospitano un’area benessere dove rinfrancarsi dopo una giornata di sci. E la scelta, per chi intende approfittarne, si fa sempre più interessante. Dal punto di vista architettonico e paesaggistico, per cominciare. La tendenza preponderante, infatti, suggerisce l’utilizzo di materie prime del territorio (in special modo legno, pietre e argille), perché gli edifici armonizzino con l’ambiente circostante, in un riuscito esperimento di mimetismo edilizio. Il risultato sono strutture alberghiere fedeli alla tradizione urbanistica locale, ma dotate di confort “insospettabili”. Altra tendenza imperante, infatti, è la scelta di offrire il maggior numero di benefit ai propri ospiti (uno su tutti: la possibilità di raggiungere gli impianti sciistici con navette a zero emissioni di anidride carbonica) nel rispetto di severi criteri di eco-compatibilità. 

Lo stesso rispetto – alla natura, alle tradizioni locali, al singolo – sitrova nella scelta dei trattamenti proposti all’interno delle spa e dei centri wellness. Nella maggior parte dei casi si tratta di rituali che utilizzano materie prime autoctone: fieno, erbe alpine, legni, foglie, fiori, radici, bacche… Ingredienti protagonisti di impacchi, massaggi, saune, veri e propri rituali in più step, capaci di agire a livello sia fisico sia mentale. 

Non resta che scegliere il “finale” che più si avvicina ai proprio desideri tra le proposte nella gallery. Indirizzi di punta incastonati in contesti di rara bellezza, tra Italia, Svizzera, Austria e Francia. Buon viaggio e… buon relax! 

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Meghan Markle: quando lo smalto nero fa notizia

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Può uno smalto scuro fare notizia? Sì se ti chiami Meghan Markle e sei la Duchessa del Sussex. L’apparizione a sorpresa della moglie di Harry ai British Fashion Awards 2018 infatti, ha destato più di un motivo di clamore. In primis perché non era stata preannunciata: Meghan, incinta e in splendida forma, è stata chiamata a premiare Clare Waight Keller della maison Givenchy, l’artefice del suo famosissimo abito da sposa.

Ma in secondo luogo, un particolare che non è passato inosservato: a completare il suo elegantissimo look, un lungo monospalla in velluto nero, Meghan ha scelto una manicure in una tonalità scura, che sembra simile a quello che ormai è chiamato “rouge noire”, un colore a metà tra il rosso scuro e il nero. I siti di mezzo mondo si sono affrettati a sottolineare questa scelta estetica come un segno di ribellione nei confronti del protocollo reale, quasi a conferma dei rumors che vedono la bella Duchessa già in rotta con buona parte della Corte d’Inghilterra (a iniziare da Kate).

Ma perché tanto clamore attorno a uno smalto? Per una regola non scritta del protocollo reale, infatti, pare che le donne della famiglia debbano astenersi dall’osare dei colori troppo appariscenti, optando per una più classica nuance nude, il celebre Ballet Slippers di Essie. E fino ad oggi, sia Kate Middleton che Meghan Markle sembravano essersi adeguate a questo diktat, che pare implicitamente ordinato dalla Regina stessa, da sempre restia a indossare altri colori perché ritenuti “volgari”.

A ben guardare però, Meghan aveva già sfoggiato una tonalità scura durante il royal tour in Australia. Inoltre, come ha confermato portavolce reale Omid Scobie al sito Bazaar.com, non pare esserci nessuna regola del protocollo di Corte riguardo al colore dello smalto. «Si tratta semplicemente di scegliere quello più appropriato: non lo vedremo mai durante un fidanzamento reale, ad esempio, ma i British Fashion Award sono una celebrazione della moda e c’è molta più flessibilità su ciò che si può sfoggiare». Gossip o meno, quello che conta è che Meghan ha regalato ancora una volta a tutte una lezione di stile da cui prendere nota: la combo velluto+smalto scuro è perfetta per gli outfit delle prossime Feste.

 

LEGGI ANCHE: Le tendenze smalti d’autunno inverno 2018

 

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Sposa d’inverno: la guida beauty per arrivare perfetta all’altare

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Dici sposa d’inverno e l’immaginazione prende il volo. Il sole che splende su distese innevate, una chiesetta ad alta quota, il candore dell’abito che richiama il paesaggio circostante. Invidiabile, davvero. Fino a quando non si alza un alito di vento. Fino a quando non comincia a nevicare debolmente. Fino a quando, insomma, l’inverno non mette in scena il suo personalissimo fuori programma. A discapito della sposa e dell’aspetto che avrà in fotografia: guance arrossate, trucco “segnato”, capelli crespi…

Nulla di strano: «il vento scompiglia, ma soprattutto abbassa la temperatura», spiega Maria Rosa Gaviglio, dermatologa a Milano. «Il freddo, dal canto suo, determina la vasocostrizione di vene e capillari: in pratica, ne riduce il calibro, causando un minore afflusso sanguigno a cellule e tessuti». Le conseguenze? La prima e più evidente è un colorito appannato e tendente al grigio. La seconda, una maggiore visibilità delle occhiaie. Infine, una accresciuta secchezza cutanea, che spiana la strada alla comparsa delle prime rughe». Inestetismi più evidenti nel caso di una sposa matura: «a 25-30 anni, una notte insonne impatta sull’aspetto della pelle in un certo modo, a 40-45 in tutt’altra maniera. Diciamo che, con il passare degli anni, la cute sviluppa una maggiore reattività (anche) agli stimoli climatici e richiederà un aiuto cosmetico più importante».

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PRIMO = rivedere la routine quotidiana
A partire da almeno un mese prima del matrimonio.

Trenta giorni possono bastare a ottenere risultati visibili, a patto di impiegarli al meglio. «Alla sposa giovane basterà mantenere la pelle adeguatamente idratata», dice la dermatologa. «Poiché stiamo andando incontro alla stagione fredda, suggerisco di accantonare i fluidi leggeri e i soin in gel, privilegiando emulsioni più corpose. Dai 35 anni in su, invece, sì a creme fortemente idratanti o nutrienti dalla consistenza decisamente ricca. Da abbinare, almeno una volta al giorno (mattino o sera), a un siero anti-age». Una corretta preparazione della pelle, tuttavia, non può ignorare il capitolo detersione. «Per quanto riguarda la pulizia quotidiana, consiglio di evitare formule lavanti a pH acido, responsabili di impoverire il film idrolipidico cutaneo. E di preferire formule (in crema, latte o gel) che contengano principi attivi nutrienti. Un valido aiuto è rappresentato dall’acqua termale: verificate in etichetta che il prodotto con cui lavate il viso quotidianamente ne venga arricchito. Una valida alternativa per eliminare residui di sebo, cellule morte, polveri sottili è rappresentata dall’acqua micellare, estremamente delicata anche sulle pelli più sensibili e reattive».

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SECONDO = rimettere in luce il viso
A partire da: 30 giorni prima del matrimonio

Scendono le temperature e, come accennato, il viso si appanna. «Esiste più d’una soluzione», esordisce, incoraggiante, Patrizia Gilardino, chirurgo a Milano. «La prima: il laser frazionato. Emette impulsi che creano micro-lesioni superficiali, stimolando la rigenerazione cellulare e la produzione di collagene. Il risultato: un incarnato luminoso, omogeneo, fresco. Il trattamento richiede un’unica seduta della durata di 30 minuti, preceduti dall’applicazione di una crema anestetica da lasciare agire 1 ora. Un lieve rossore accompagna i 2-3 giorni successivi al trattamento; il risultati sono visibili già dopo 10-15 giorni. Il costo della seduta oscilla tra 500 e 1200 euro.
In alternativa al laser, la dottoressa Gilardino suggerisce una maxi-seduta che includa una rivitalizzazione, un peeling ed eventualmente l’infiltrazione di un filler dove occorre. Andiamo con ordine: «la rivitalizzazione consiste in micro-iniezioni a base di acido ialuronico, all’occorrenza addizionato da vitamine e aminoacidi.  Si effettuano su tutto il viso, a eccezione del contorno occhi e garantiscono un immediato refresh. A questo aggiungerei un peeling superficiale a base di retinolo, che alle doti leviganti associa virtù stimolanti. Un filler, per concludere, può servire a “riempire” una ruga particolarmente visibile o un infossamento che siamo certe di non voler ritrovare nell’album di nozze».

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TERZO = mettere la testa a posto
A partire da: almeno 30 giorni prima del matrimonio

«Chi sceglie di sposarsi quest’inverno è avvantaggiata: la tendenza imperante mette in primo piano la naturalezza, predilige uno stile romantico e soffice. In pratica, invita ad adottare acconciature adatte a contrastare vento ed effetto crespo, temibili avversari di stagione», esordisce Ryan Concannon, a capo del flagship salon milanese di Toni & Guy (via Vincenzo Monti 27, www.toniandguy.it). Niente panico, quindi, per una ciocca fuori posto o un mosso un po’ troppo… mosso. «Il suggerimento è evitare di “lavorare” i capelli man mano che ci si avvicina al grande giorno. L’umidità ha maggiori possibilità di penetrare i fusti, tanto più questi sono sottoposti a trattamenti chimici o colorazioni. La parola d’ordine per la futura sposa, quindi, è coccolare, assolutamente non stressare». Il che significa muoversi per tempo e anticipare qualsiasi tipo di intervento professionale: «persino la tinta va programmata ed eseguita non oltre 10 giorni prima delle nozze».

Capitolo a parte spetta al taglio: «appena fissata la data del matrimonio, molto donne scelgono di fare crescere in capelli, evitando il parrucchiere per 6, anche 8 mesi. Nulla di più sbagliato: il rischio, così facendo, è arrivare al grande giorno con la chioma estremamente rovinata. Il mio consiglio è ricorrere al coiffeur ogni due o tre mesi circa per un trattamento idratante/nutriente o anche solo una leggera spuntata. Almeno un mese prima, poi, auspico un trattamento professionale che restituisca corpo ai fusti e ne preservi i livelli di idratazione. Tra i più indicati Fusio-Dose di Kérastase: si applica sulle ciocche umide e si lascia agire un paio di minuti. Al trattamento in salone, tra l’altro, si può abbinare il rituale da casa, ottimizzandone la resa». Se è prevista pioggia il giorno delle nozze, può essere d’aiuto un soin da salone specifico anti-crespo: «lo si può eseguire anche il giorno prima, per compattare le cuticole che rivestono lo strato esterno del capello e impedire all’umidità di penetrare». Via libera alla fantasia per quanto riguarda gli accessori: «specialmente se la sposa ha i capelli corti, tiare, cerchietti, fermagli-gioiello e coroncine di fiori freschi metteranno in secondo piano anche la capigliatura meno “docile” al mondo».

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QUARTO = attenuare le occhiaie
A partire da: almeno 30 giorni prima del matrimonio

Due le soluzioni suggerite da Patrizia Giardino per minimizzare le occhiaie: «la prima è un intervento di correzione attraverso il riempimento della zona con iniezioni di acido ialuronico. Permettono di recuperare lo svuotamento delle palpebre inferiori e di attenuarne la lassità, che accresce l’effetto “alone scuro” sotto gli occhi». Quindi c’è la carbossiterapia: «consiste nell’infiltrare sottopelle anidride carbonica per sollecitare la circolazione sanguigna e linfatica, migliorare l’ossigenazione e incrementare l’elasticità cutanea. Nel caso del contorno occhi, le sedute consigliate sono due: la prima, da effettuare circa un mese prima del matrimonio, la seconda dopo 15 o 20 giorni. Le micro-iniezioni non lasciano segni visibili; una seduta ha un costo indicativo di 40 euro.

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QUINTO = “candeggiare” il sorriso
A partire da: due settimane prima del matrimonio

Obiettivo: riportare i denti al bianco originario… o quasi. Una seduta professionale è la scelta migliore. Da accompagnare, volendo, ad “accessori” a dir poco sorprendenti. Il brand britannico Mr Blanc Teeth, autentica autorità in fatto di fatto di whitening, propone strisce inibite di gel sbiancante da indossare almeno 30 minuti al giorno, per due settimane circa (www.mrblancteeth.com). Mentre in farmacia è disponibile un filo interdentale arricchito da silice sbiancante: esercita una leggera abrasione dello strato superiore dei denti, ripristinandone il bianco naturale.

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SESTO = “cancellare” i segni d’espressione
A partire da: una settimana prima del matrimonio

Le zampe di gallina sono, forse, le più note e le meno gradite. A far loro compagnia – e altrettanto fastidiose – sono le frontali, le gabellari, le nasolabiali. Parliamo di rughe di espressione, contro cui, secondo il chirurgo Giardino, può rivelarsi risolutivo il botulino. «Una volta iniettato, blocca la connessione tra i nervi e i tessuti muscolari, favorendo la distensione delle rughe e, nel caso della sguardo, una maggiore apertura, dovuta all’innalzamento della palpebra superiore». L’effetto ha una durata di circa 6 mesi, visibile però già dopo una settimana dalla seduta. Il costo varia da 200 a 350 euro.

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SETTIMO = fronteggiare le emergenze (vedi: il brufolino last second)
A partire da
: almeno una settimana prima del matrimonio

Può capitare: più ci si avvicina al grande giorno, più arrossata e oleosa appare la pelle. Altrettanto frequente è la fioritura di brufoli e brufolini anche in chi non ne ha mai sofferto. «Nulla di strano», rassicura la dottoressa Gaviglio. «Stress e nervosismo “costringono” le ghiandole sebacee a un surplus di lavoro, con il risultato che la cute appare più untuosa, lucida e spessa in corrispondenza di fronte, naso e mento». La risposta cosmetica passa dallo studio del dermatologo o del medico estetico: «almeno 6 giorni prima delle nozze, consiglio un trattamento professionale in grado di normalizzare la pelle, perché arrivi all’altare nelle migliori condizioni. Alla sposa giovane suggerisco un peeling con acido piruvico al 50 per cento, seguito da una maschera-impacco a base di tretinoina al 5 per cento. Il primo ha il potere di disinfiammare le irritazioni e lenire gli arrossamenti, agendo con estrema delicatezza. La tretinoina, invece, è una molecola generalmente utilizzata (in concentrazioni superiori) nel trattamento dell’acne. Ha un’affinità cutanea ottimale: viene quindi assorbita con immediatezza e, in 30 minuti di posa, leviga la superficie cutanea, eliminando untuosità, riducendo ispessimenti, minimizzando la visibilità di eventuali piccole macchie scure». Stesso iter per la sposa matura: un peeling per rinnovare la pelle e una maschera per “ripararla”. Cambiano, però, gli ingredienti. Il peeling adatto è a base di acido mandelico (detossinante, ricompattatante ed esfoliante efficace su brufoli e punti neri), mentre la maschera conterrà principalmente acido ialuronico, fortemente idratante.

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OTTAVO = un make up a prova di lacrime & baci
A partire da: il giorno stesso delle nozze

Parte dal presupposto che la pelle sia in perfette condizioni Donatella Ferrari, national make up artist Giorgio Armani Beauty. E suggerisce un trucco che punti su concetti-cardine quali luminosità e leggerezza. «Già dalla base, che renderei uniforme con un fondotinta effetto seconda-pelle. Personalmente adoro Luminous Silk, perché al colore, molto lieve, abbina una componente di luminosità che richiama la seta, come suggerisce il nome stesso». Una pennellata di cipria non può mancare, specialmente se la pelle si arrossa facilmente o tende a essere untuosa: si distribuisce su fronte, dorso del naso, parte alta degli zigomi, mento e osso mandibolare. Il colore rispetta l’incarnato: lo sublima, senza modificarne la tonalità. «Il blush è fondamentale», riprende Donatella Ferrari; «dà vitalità all’incarnato, accentua il romanticismo del maquillage, aggiunge “morbidezza” al volto. Il colore adatto tende al mandarino se la pelle è avorio, sarà rosa baby se la carnagione è come porcellana». Ombretto e rossetto rappresentano la quota colore di una make up all’insegna della naturalezza. «Suggerisco di evidenziare l’intera palpebra mobile con una polvere opaca nei toni del marrone, picchiettando solo la parte centrale con un eye shadow in nuance dalla finitura scintillante. Lo scopo è ricreare, con il trucco, l’accostamento della brina invernale adagiata sulla corteccia degli alberi d’alta quota». Indipendentemente dal colore scelto, anche il rossetto adotterà un finish opaco o vellutato. E il mascara? «Nero, abbondante e, se siamo molto emotive, a prova di lacrime». 

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Chiara Ferragni e Manuele Mameli: «Vi presentiamo la prima Masterclass dedicata a trucco e capelli»

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Dal fashion al beauty. Chiara Ferragni, la “digital icon” italiana più famosa nel mondo ha annunciato – insieme al suo inseparabile truccatore Manuele Mameli – che darà vita il prossimo 9 Febbraio alla loro prima Masterclass dedicata alla bellezza.

L’imprenditrice digitale l’ha raccontato naturalmente su Instagram, con tanto di lancio del nuovo profilo Beauty Bites Masterclass, che nel giro di 24 ore ha già raggiunto i 20mila follower.

Ma cos’è una Masterclass? È un evento dedicato al makeup a cui possono partecipare professionisti ma anche semplici appassionate, che vogliono imparare a valorizzarsi attraverso il trucco. Il fenomeno è nato negli Usa ed è stato portato alla ribalta da Mario Dedivanovic, makeup artist di Kim Kardashian che insieme alla star ha dato vita a una serie di tutorial-show a cui hanno partecipato migliaia di persone in giro per l’America, pronte a pagare fino a 1500 dollari per accaparrarsi un biglietto.

Un successo milionario che ora Chiara e Manuele, forti del loro sodalizio, vogliono replicare anche qui. È Manuele Mameli, infatti, l’artefice del makeup delle sue nozze e di tutti i suoi look da qualche anno a questa parte: look che ogni volta ricevono una pioggia di apprezzamenti e like su Instagram, tanto da farlo diventare un vero e proprio beauty-influencer (con oltre 200mila follower) ed entrare a far parte dell’agenzia di talenti digital della stessa Chiara, The Blonde Salad.

Quella organizzata da Chiara Ferragni e Manuele Mameli, però, sarà una Masterclass particolare, come loro stessi hanno annunciato sempre via social, perché sarà destinata non solo ai “pro” ma a tutte quelle che vorranno imparare a valorizzare i propri punti di forza con gli strumenti giusti. Proprio per questo riguarderà non solo il makeup ma anche i capelli.

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Come nascono i profumi? Tutte le tecniche per catturare le note olfattive

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Per ottenere un solo litro di olio essenziale servono una tonnellata di fiori di gelsomino o cinque di rose e altrettante di scorze di limone. Ecco perché certe essenze hanno quotazioni da capogiro. Ma è sempre da qui, da una singola molecola odorosa – estratta da un fiore, un legno, un muschio, una resina, una secrezione animale – che prendono vita i profumi. Da una prima nota olfattiva, unita a un’altra e a un’altra ancora, tutte imbrigliate e poi sublimate in una composizione rotonda, bilanciata e sfaccettata insieme. Odori in libertà che vanno catturati e domati. Come? Con un fiuto formidabile, quello del maestro profumiere, e con tecniche affascinanti. Alcune vecchie di secoli, altre figlie delle nuove tecnologie.

foto Getty Images

Enfleurage

Alcuni fiori come il gelsomino, essendo molto sensibili al calore, devono essere trattati a freddo con l’enfleurage. I petali sono allora adagiati su ripiani chiamati telai, e rivestiti di grasso che via via si impregna del loro odore. I petali vanno cambiati di continuo, almeno una trentina di volte, perché mantengano sempre il massimo della fragranza. La sostanza così ottenuta, chiamata pommade, trattata con appositi solventi cede la sua parte più pregiata, trasformandosi in concreta. La stessa tecnica può essere effettuata a caldo. In questo caso i petali sono versati nel grasso fuso, mescolati per un paio d’ore e sostituiti di frequente, per una decina di giorni. Poi si filtrerà, come nel primo caso.

Distillazionee spremitura

Per estrarre gli oli essenziali bisogna distillarli con il vapore, che impregna la materia prima, si carica del suo aroma e passando attraverso una serpentina arriva a un refrigeratore dove si condensa e cola a gocce in un vaso di decantazione. Una volta raffreddato il composto, la parte oleosa che affiora in superficie viene separata dal resto. La regola non vale nel caso di ingredienti che l’acqua degraderebbe, come le scorze di certi agrumi, che vengono invece sminuzzate, schiacciate con una pressa meccanica e poi centrifugate, per dividere la fase acquosa dall’altra.

foto Getty Images

Infusione

Baccelli di vaniglia, rizomi di iris, fave di tonka ma anche muschio e ambra hanno in comune la maturazione lenta. Per rilasciare i loro effluvi vanno messi in infusione nell’alcol, per la precisione nell’etanolo, per un tempo variabile che va generalmente da una settimana fino a due mesi. Poi possono essere filtrati. L’estratto che si ottiene alla fine del processo si chiama “assoluta” e, nel caso della fava di tonka, ha l’aspetto di un prodotto semi solido di colore giallo ambra. selezione ferrea Dopo ogni processo estrattivo, le molecole sono frazionate in modo da isolare le particelle che riproducono più fedelmente l’aroma originario. Dal vetiver, per dire, si eliminano le parti terrose, l’odore di radice e le note meno gradevoli. Un lavoro meticoloso e non facile, se si pensa alla complessità degli oli essenziali. Un paio di esempi: l’olio di lavanda è composto da 160 componenti, quello di rosa da più di 400.

Senza raccogliere i fiori fragranzetcniche

In un momento in cui il green spopola, l’headspace è in pieno trend. Consiste nel catturare gli elementi più volatili e delicati dell’ingrediente prescelto, senza coglierlo ma mettendolo sotto una campana di vetro dotata di microricettori che “inspira” in loco le note odorose e poi le recupera per estrazione tramite un solvente. È indispensabile nel caso di specie vegetali delicatissime e rare, che non arriverebbero integre in laboratorio, e di fiori che appassiscono molto velocemente (come la fresia) per i quali sarebbe impossibile realizzare un olio essenziale

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Tante star al “Christmas Beauty Day” del make up artist Simone Belli

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Il make up artist Simone Belli tiene talmente alle sue amiche star da regalargli, come lo scorso anno, una serata pre-natalizia di coccole all’Accademia L’Oréal di Roma. Accolte con del cioccolato bio, attrici e cantanti si sono sottoposte a sedute di trucco e parrucco e massaggi thailandesie. Nella postazione skincare era possibile capire quale crema fosse più adatta alla propria pelle, mentre nel Laboratorio Olfattivo si poteva scoprire la fragranza perfetta per sé. Altre novità del Christmas Beauty Day 2018 sono state la presenza di Masha Russian Lashes, che ha offerto alle ospiti il proprio servizio curativo-estetico di laminazione ciglia, e un angolo manicure e food: tra un colpo di trucco e di spazzola si poteva gustare la birra artigianale Sud, crêpes, supplì e piccole porzioni di parmigiana. Ovviamente non poteva mancare il gettonatissimo oroscopo di Corrado Belli (fratello di Simone).

Le tendenze di make up per questo Natale sono «estreme». ci spiega Belli. «Punterei su labbra rosse glitterate e occhi blu intensi con glitter nero sulle palpebre. E a chi non vuole rinunciare al viso naturale direi di abbondare con il mascara e di creare dei punti luci che accarezzano le tempie, tra l’oro e l’argento. Lunarità e solarità convivono: la parte buona e cattiva vive in ognuno di noi. Le donne d’altronde sono così: amano sedurre e fare le brave ragazze». Per il 2019 l’artista del trucco prevede un ritorno alla naturalezza: «Con dei punti luce sulla pelle creati da dei glow cremosi – dice – per le labbra si ritorna al gloss e al balm con una variante meno appiccicosa, un mix tra balm e lucida labbra di vecchia generazione».

A trovare Simone in Accademia, vicino a piazza di Spagna, sono accorse molte amiche: Alessandra Mastronardi, Emma Marrone, Laura Chiatti, Valentina Cervi, Stella Egitto, Camilla Filippi, Valeria Golino, Miriam Leone, Valentina Lodovini, Alba Rohrwacher, Nicoletta Romanoff, Anna Safroncik, Elena Santarelli, Yvonne Sciò, Valeria Solarino, Paola Turci e molte altre. Ad alcune di loro abbiamo chiesto quale sarà il loro beauty look natalizio. Nicoletta Romanoff a Natale non può rinunciare al rosso e all’oro. A Capodanno invece non si pone proprio il problema: «Festeggio raramente – ci rivela – vado a letto presto e quando sono in montagna il primo giorno del nuovo anno mi precipito alle 9 sulle piste da sci. Ne approfitto per andare controcorrente», sorride.

Alessandra Mastornardi, Simone Belli ed Emma Marrone

Anche Elena Santarelli è sulla stessa linea d’onda: «Non ho mai amato il Capodanno, andrò a dormire alle 22.30 – ci dice – Natale invece lo festeggerò in famiglia con i bambini, dovrò cucinare quindi metterò pochissimo fondotinta altrimenti cola – ride – Quanto all’outfit indosserò sicuramente un maglione rosso e dei tacchi, ma dopo 10 minuti dall’arrivo degli ospiti infilerò le adorate pantofole, tassativamente rosse». Laura Chiatti sa benissimo che cosa indosserà a Capodanno: «Ho scelto un vestito tutto oro, mi sentirò un po’ Ferrero Rocher», sorride. Anche Paola Turci punta su una maglia color oro, «per essere in tinta con l’albero di natale, mentre a Capodanno punterò su un maglione caldo melange», ci dice. Alessandra Mastronardi e Camilla Filippi preferiscono il bianco. «A Natale penso che indosserò degli scarponcini con tacco basso, gonna bianca e maglione crema», dichiara l’attrice de L’allieva, mentre Camilla (Tutto può succedere) va sul «un maglione bianco a collo alto oversize e pochissimo trucco».

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Filler mania: guida all’approccio corretto

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È stata definita “selfie oriented”: in una società sempre più incentrata sull’immagine, l’attenzione sul proprio aspetto è un tema sempre più importante, oltre che un desiderio legittimo. Non a caso, la medicina estetica è un settore in continua crescita, solo in Italia, dell’8-10% di casi l’anno, e in fasce d’età sempre più eterogenee: dai Millennials, i cosiddetti 18-30enni che si aggiudicano ormai il 36% delle richieste di filler, passando per gli uomini, + 3% l’anno. Sul fenomeno, però, c’è più di un nodo su cui fare chiarezza.

Allergan, azienda farmaceutica specializzata da oltre 35 anni nello sviluppo di tecniche e prodotti a fini estetici nel rispetto dei più alti standard qualitativi, ha stilato uno dei quadri più completi della situazione mondiale sui concetti di bellezza e medicina estetica: un sondaggio condotto su 7.700 donne dai 18 ai 65 anni, dal Brasile all’Australia, rivela come, secondo il 65 % delle intervistate, micro interventi estetici come filler e iniettabili siano ormai una pratica più abituale di quanto non fosse cinque anni fa, con risultati considerabili, per il 57%, del tutto naturali. Sono soprattutto le giovani ad aver innescato questa “normalizzazione” dell’approccio al ritocchino: la bellezza è individuale e personalizzabile, e piccoli interventi estetici sono scelte personali e consapevoli. Le preoccupazioni più comuni? Borse sotto gli occhi (66%), ovale del viso (52%), perdita di pienezza nelle guance (52%) e labbra dal volume o dalla forma indesiderata (43%).

Ma ciò che spingerebbe davvero a rivolgersi ad un medico non sono crucci comuni né modelli imposti. Chi opta per un ritocchino, oggi, inseguirebbe un obiettivo ben preciso: riuscire ad essere la “versione migliore di se stessi”, migliorando quindi la propria immagine naturale, senza mai stravolgerla. Procedure minimamente invasive riuscirebbero infatti, per la maggior parte delle intervistate, a migliorare in maniera significativa più l’autostima che l’aspetto estetico vero e proprio. Certo, prima di procedere, ci vuole cautela.

Corretta informazione, professionisti esperti e certificati: a questo proposito è nata “Beauty Curious” l’iniziativa Allergan di informazione e divulgazione scientifica dedicata sopratutto ai Millennials e finalizzata ad un approccio consapevole alla medicina estetica. Il brand, già sinonimo di specializzazione e professionalità, si propone di confermarsi punto di riferimento in materia, dalla consulenza ai prodotti utilizzati: i filler dermici Allergan utilizzano tecnologie brevettate più all’avanguardia per il trattamento delle diverse aree del viso garantendo risultati naturali e duraturi. Inoltre, una gamma di trattamenti appositamente studiati, permettono di migliorare l’idratazione e l’elasticità della pelle di viso, collo, décolleté e mani. Chi è curioso di saperne davvero di più?  Per approfondimenti e informazioni, basta un click al sito allerganbeauty.it

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Capelli in inverno: la beauty routine per proteggerli da freddo e smog

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D’inverno, con il freddo, i capelli soffrono. E in città la situazione peggiora, perché a insidiarne bellezza e benessere non sono solo le basse temperature che li disidratano, ma concorrono anche altri fattori. «A compromettere la struttura dello stelo è innanzitutto l’umidità, che altera e solleva le cuticole protettive di cheratina, rompendo così le piccole “graffette” di congiunzione. In questa situazione il fusto diventa crespo e indisciplinato, e tende a trattenere le particelle nocive di smog, che lo rendono fragile e spento perché intaccano la brillantezza del colore« spiega Fabio Rinaldi, dermatologo e Presidente dell’Ihrf (International Hair Research Foundation).

La prima cosa da fare è fissare un appuntamento in salone con il parrucchiere: «È il professionista che ha le competenze per suggerire la routine cosmetica appropriata, costruendola sulle caratteristiche personali» chiarisce Franco Curletto, hairstylist L’Oréal Professionnel e Kérastase. «La cosmesi più avanzata si avvale di formule innovative, a base di ingredienti botanici sempre più delicati e dalle performance sempre più affidabili. Solo l’uso corretto, però, ne garantisce l’efficacia».

foto Imaxtree

«Le cure iniziano con lo shampoo da eseguire con estrema cura, per eliminare perfettamente le sostanze tossiche ancorate allo stelo e per purificare il cuoio capelluto» dice Lucia Barra, trainer Jean Louis David. «Va sfatata la convinzione che i lavaggi frequenti siano dannosi: quando si vive in città, il detergente va usato tutti i giorni. Sono da preferire, però, quelli contenenti “sostanze calamita”. Tra queste spicca il carbone vegetale, una sorta di captatore dello smog capace di attirare e trattenere polveri sottili e impurità».

Sui capelli lavati e tamponati è indispensabile l’applicazione, dalle radici alle punte, di un fluido, o di un balsamo, senza risciacquo e a effetto guaina. «A base di estratti vegetali e di polimeri di nuova generazione, questi cosmetici riallineano le cuticole del fusto, contrastano efficacemente il crespo e, come scudi, proteggono dall’azione degli agenti esterni» precisa Lucia Barra.

Se la chioma è particolarmente “indomabile” in salone si fa il filler. «È un rituale che dura circa un’ora e dà risultati che possono durare fino a tre mesi: prevede l’utilizzo di un prodotto a base di cheratina vegetale che ammorbidisce, riempie, dona compattezza e rinforza» spiega Franco Curletto.

Gli attacchi ambientali si combattono anche durante l’asciugatura, con gestualità che rendono più disciplinabili le teste particolarmente ribelli: «Dopo aver vaporizzato uno spray a base di sostanze filmogene, il phon va usato il meno possibile, muovendolo in modo da assecondare la linea del taglio e procedendo nel senso delle lunghezze» suggerisce Curletto.

foto Imaxtree

Piastre e styler si lasciano nel cassetto se i capelli sono “elettrici”, un fenomeno legato proprio al vento e all’aria fredda. Per contrastarlo ci sono alcune indicazioni pratiche da mettere in atto subito. «Buttare via le spazzole e i pettini di plastica e usare quelli di legno è tassativo. Come protezione, sì a cappelli di cotone e a foulard di seta, no invece ai copricapo di lana o sintetici che aumentano l’accumulo di elettricità statica» si raccomanda Rinaldi. Infine, il fusto va curato anche quando si trascorre molto tempo in luoghi troppo caldi: «In questi casi è buona abitudine vaporizzare acqua termale per rinforzare le riserve idriche e combattere la secchezza». È chiaro che, indipendentemente dal tipo di capello, per un’occasione speciale, si può usare senza problemi una piastra di ultima generazione, protetta dalle lamine in porcellana. Sempre sui capelli ben asciutti.

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Addio Oribe Canales, leggenda dell’hairstyling mondiale

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Nato a Cuba nel 1956, Oribe Canales diventa famoso nei primi Anni 90, quando ancora i capelli non erano parte integrante delle sfilate ma semplicemente un loro complemento. È il ’92 quando, sul New York Times, in un articolo che racconta dell’ultima sfilata di Chanel firmata da Karl Lagerfeld, vengono lodate le acconciature create per l’occasione proprio da Oribe. Da allora in poi diventa lui l’artefice dei look di tutti maggiori fashion show, da Parigi a Milano. E proprio in Italia collabora e dà vita a un leggendario sodalizio con Gianni Versace, realizzando gli hairstyling di alcune delle più iconiche campagne del brand firmate da Steven Meisel.

Linda Evangelista con il celebrity hairstylist Oribe Canales

In coppia con il makeup artist Francois Nars, lavora con fotografi del calibro di Richard Avedon, Irving Penn, Mario Testino ed Helmut Newton, alimentando il mito e il fascino delle top degli Anni 90. C’è lui, infatti, dietro alcuni dei look più iconici di Linda Evangelista, Naomi Campbell e Christy Turlington. Proprio quest’ultima, per ricordarlo ha pescato dall’album dei ricordi, pubblicando uno scatto che lo ritrae intento alla realizzazione del suo look da sposa.

A partire dal 1997 iniziò a dedicarsi alle star: come Jennifer Lopez, che lo volle al suo fianco negli anni della sua ascesa verso il successo. Perfetta rappresentazione del suo stile “massimalista” com’è stato definito più volte, è il look creato proprio per lei nel 2002: in occasione degli Oscar, l’ex ragazza del Bronx sfilò sul tappeto rosso degli Academy Awards con un bouffant in stile Anni 60. Un look che all’epoca attirò non poche critiche. Salvo poi diventare copiatissimo.

E proprio la star lo ha ricordato in un lunghissimo post su Instagram: «Quando avevo 16 anni ero affascinata da Vogue, salivo sul treno e lo sfogliavo ammirando le immagini delle supertop ed ero ossessionata dai loro capelli!! Quando mi innamoravo di un look e controllavo chi l’aveva realizzato scoprivo che era sempre qualcuno di nome Oribe. Wow, è incredibile, pensavo». Fu così che quando arrivò il momento di realizzare la sua prima cover lei non ebbe dubbi e chiese Oribe per curare il suo look, dando vita a un lungo sodalizio affettivo e lavorativo durato 10 anni, accomunato da un’intesa rafforzata anche dalle comuni radici latine. «Mi ha fatto sentire speciale e bellissima per così tanto tempo. Potrei andare avanti all’infinito ma dirò solo con il cuore triste… Grazie dolce e splendido uomo.. Mi mancherai. Ti amo Oribe.. così tanto…».

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Natale 2018: guida al make up da star

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Districarsi tra cene, apertivi, brindisi e auguri di Natale, esige impegno. E il giusto stile. Anche per chi non ama sperimentare o non è troppo abile con il make up, le feste sono un’occasione in cui un sfoggiare un look particolarmente ricercato può diventare un’esigenza. Brillare resta l’indicazione di massima, ma per passare dalla teoria alla pratica bisogna sapere come procedere. Come insegnano le protagoniste dei red carpet dell’anno, esistono dei look davvero passepartout. Le più esperte possono utilizzarli come punti di partenza per dar sfogo alle loro abilità. Per tutte le altre, ecco come procedere, per gradi di difficoltà.

Livello base: puntare all’oro

Per le meno abili, e in mancanza di tempo, vince l’oro: da solo, in stick, polveri all-over metalliche e preziose da applicare su zigomi, tempie, centro delle labbra, regalano in pochi tocchi un (finto) nude look che abbaglia, su ogni colorito. Il più tradizionale dei look “nude gold” abbina un ombretto oro o bronzo a tutta palpebra con un lipstick nude, ma dai bagliori in tono, come un pesca dorato, ma si può arricchire tutto con ulteriori tocchi platino e perla, sporattutto negli angoli interni degli occhi e sull’osso zigomale, per un’aura di luce ancora più abbagliante. L’unica attenzione è non dimenticare mai il mascara, a dare profondità e definizione allo sguardo. Il risultato, è quasi sempre una certezza, anche last minute. E il makeup sembra non esserci, ma splende.

Livello uno: labbra rosse e occhi gold

È il binomio più classico per le feste, un passepartout: labbra rosse e sguardo magico. Il rossetto è il focus del look, in tutta la gamma del rosso intenso e lussuoso. Due consigli: scegliete un rosso freddo, con un sottono blu, ideale per illuminare ogni incarnato e ogni sorriso. Per pranzi, cocktail e cene puntate sul finish matte vellutato, più resistente. Per party e dopocena, via libera invece a rossi lucidissimi e scintillanti, vilici o tuffati nel gloss. Per lo sguardo, due varianti base: potete optare per un’intramontabile virgola di eyeliner oppure giocare con polveri in tutte le sfumature preziose dell’oro, bronzo e perla, per smokey eye soft ma preziosi. Lo stesso gioco di luci si posa anche sugli zigomi, per un highlighting che regala una nuova tridimensionalità al volto e flash di luce a ogni movimento.

Emma Stone

Livello due: argento e bordeaux

Non è troppo più costrutio del look precedente, ma esige abiità con la gestione dei contrasti. Funziona bene sulle pelli più chiare: sostitute all’oro l’argento: metallico e vivo, a tutta palpebra, e abbinatelo a rossi molto intensi sulle labbra. L’argento si applica a tutta palebra, in uno smokey intenso e lunare, oppure con una virgola di eyeliner, cattura luce. Il rossetto  vira verso una palette ricca, dal bordeaux al prugna ai viola scuri. Che sia vellutato o lucido effetto specchio, indispensabile allora un incarnato perfetto, senza ombre ma solo qualche tocco di luce satinata sui punti chiave del viso, creati con un illuminante perlato e “frost”, dai firlessi freddi.  Fascino da dark lady assicurato.

Amber Heard

Livello difficoltà tre: smokey eye gioiello

C’è chi invece, non rinuncia al nero, mai, neanche nel beautycase. La soluzione è uno smokey eye nero notte, a cui dare un twist festivo liberando la fantasia. Si può stendere un secondo ombretto metallico, oro o argento, ma anche bronzo, porpora, blu zaffiro, verde smeraldo, prugna a centro palpebra, così da renderlo cangiante. Ma tutto vale, anche un soffio di glitter, a rivestire interamente o solo in parte la base. Per  le più esperte, un ulteriore step: applicare piccole come foglie d’oro o cristalli all’angolo interno dell’occhio. Naturalmente, ogni variazione sul tema è concessa. A Natale, non solo a Carnevale, si diceva, tutto vale.

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Capelli, le acconciature e gli accessori per le Feste 2018

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Non solo a Carnevale, ma anche a Natale e Capodanno tutto vale. Certamente, in fatto di look. Quale occasione migliore dell’anno per rivoluzionare la solita messa in piega? Appena dopo i regali, i capelli sono la maggior voce di spesa in questi giorni dell’anno, fra ritocchi al colore, tagli “sistema tutto” di fine stagione e raccolti da gran soirée. Sfoggiare una chioma all’altezza delle occasioni festive in ogni caso, si può, anche senza sedute last minute in salone. Basta dare un’occhiata ai red carpet e alle sfilate dell’anno per trovare qualche idea a prova di occasioni scintillanti.

Partiamo dalla base: capelli sciolti o raccolti? Nel primo caso, funzionano gli estremi: o un liscio iper lucido e definito, a piombo, oppure morbide onde scolpite in uno stile bon ton e retro, rubando l’iconografie alle dive di Hollywood. Dal fronte raccolti, i capelli devono apparire glamour ma non troppo costruiti: via libera quindi a styling molto semplici ma d’effetto, come la coda, un must, semplice ed elegante, che tiene in ordine i capelli e mette in luce il viso, oppure un classico bun, uno chignon più o meno alto, perfetto o volutamente morbido. Sì anche a mezzi raccolti che appuntano solo parte dei capelli su un lato della testa, o dietro, al centro della nuca. Fermagli, forcine e mollette gioiello ovviamente, sono parte imprescindibile del look. D’altronde, anche in passerella, da Versace a Zadig e Voltaire, è molletta mania: dorate, coperte di strass, con dettagli gioiello, si moltiplicano, brillano, catturano la luce in un click.

Se gli styling possono essere semplici, la regola non vale per i dettagli e accessori. Una coroncina o una tiara risolvono tutto: più o meno minimali, estrose o perfino “parlanti” con maxi scritte, come propongono Dolce e Gabbana, bastano a trasformare qualsiasi styling, sciolto o raccolto, in un party look. Non serve necessariamente una corona vera e propria: per una variazione sul tema, la si può anche costruire ad arte con delle treccine di capelli stessi, a partire dalla fronte per farle incontrare in uno chignon sulla nuca, oppure, al contrario, dal retro a incorniciare il capo.

Garanzia d’eleganza è ricorrere invece ad accessori in raso o in velluto nero, grandi protagonisti dei red carpet del 2018: se la Duchessa Kate Middleton promuove il maxi cerchietto bon ton, può bastare anche solo un lungo nastro a sigillare chignon, trecce e code in un fiocco vezzoso.

L’oro aiuta chi cerca un’idea particolare: una soluzione décor è avvolgere o intrecciare un filo metallico intorno a una ciocca-gioiello strategica, come suggerisce l’estroso hairstylist di Amber Heard, Adir Abergel. Ancora più facile, ma il risultato è magico: applicare un po’ di gel su un lato della testa, sulla coda o nella scriminatura dei capelli, e soffiarci dei glitter gold effetto polvere di stelle. Per trasformarsi, letteralmente, in una stella danzante.

Leggi anche: guida al makeup per le feste

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Candele, profumatori e room spray. Per un regalo (last minute) profumato

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È il piacere di ritornare tra le mura domestiche e sentire nell’aria quel tocco frizzante di mandarino. O quella nota di vaniglia che ricorda una torta di mele appena sfornata. O ancora un ricordo olfattivo legato all’infanzia. «Come il profumo della legna del camino o quello di un frutto goloso» racconta François Demachy, Parfumeur-Créateur Dior, al debutto con Maison Christian Dior, una collezione di candele pensate per abbellire e profumare gli spazi e i momenti della propria vita. «Ci sono tutti gli elementi amati da Monsieur Dior e quelli dei miei viaggi: “Figue Méditerranée” è un momento di relax assaporato all’ombra di un albero di fico, “Bois Brûlé” diffonde preziose note legnose e balsamiche, mentre “30 Montaigne” ricrea lo spirito dei saloni Dior con le sue note orientali e speziate (e anche l’indirizzo storico di Parigi)».

Anche da Guerlain l’arte del profumo e l’art de vivre sono sempre state una cosa sola: nel 1900 si profumavano i guanti, i fazzoletti o il décolleté e una scia raffinata sottolineava ogni gesto. Oggi, accendere una candela Guerlain è un viaggio sensoriale tra isole in fiore, accordi inebrianti di ylang-ylang o tra le ceneri preziose dell’incenso arricchito dalla mirra.

Acquistare o regalare una candela è una tendenza in forte ascesa: diffondere nell’aria note fiorite o gourmand piace sempre di più, soprattutto alle nuove generazioni, spiegano dal quartier generale del Dottor Paolo Vranjes, fondatore dell’Antica Officina del Farmacista di Firenze. Una delle loro home fragrance più richieste (soprattutto nel Sol Levante) è “Rosso Nobile”. Sarà perché riproduce le sfumature di un vino rosso corposo e toscano arricchito da dolcissimi frutti rossi, oppure sarà perché mette subito di buonumore. Ma il must have di stagione è “Albero di Natale”, una sinfonia di accordi unici, dai muschi umidi di terra ai rami di pino e sottobosco. Da spruzzare generosamente nell’ambiente. Ma anche sull’albero e sui regali di Natale.

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La manicure delle feste? Color oro, argento e glitter

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Unghie dai bagliori metallici, color oro e/o argento: un trend incontenibile man mano che si avvicinano le feste di fine anno. Da adottare con il giusto spirito, la vernis più azzeccata al proprio look e… i consigli dell’esperto Massimo Infusino.

Manicure 18 carati o silver-plated: una moda solo per giovanissime?
Niente affatto: smalti dai riflessi luccicanti si adattano perfettamente anche a donne over 40. Anche perché gli smalti di oggi sono molto diversi da quelli di alcuni decenni fa. Gli effetti possono essere i più diversi: metallizzato, opaco, glittering, madreperlato… Il finish non sarà mai eccessivo, al punto che mi trovo a suggerire questo tipo di colorazioni anche in altri periodi dell’anno, meno… festaioli!

unghie-feste-combo

Cosa è cambiato, dal punto di vista della formula e del risultato visivo, rispetto al passato?
Oggi i colori oro e argento si ottengono inserendo microperle all’interno di smalti in altre colorazioni. È il caso, per esempio, di sabbia o rosa, basi adatte a trasformarsi in nuance “preziose”, comunque mai eccessivamente sgargianti. In una parola: raffinati.

manicure-rosegoldC’è oro e oro, così come esistono infinite varianti di argento: quale versione delle due nuance ameremo maggiormente in questa fine d’anno?
Senza dubbio la versione più nuova e appealing è rappresentata dalle vernis effetto mat: la preziosità del colore resta, ma lo scintillio viene sacrificato in virtù di una manicure… sussurrata.

Quale make up del viso supporta al meglio una manicure effetto stardust?
A costo di essere banale, tengo a sottolineare l’importanza di calibrare la scelta dei colori e degli abiti in base al contesto nel quale festeggeremo. Se partiamo dal color oro, per esempio, non c’è partner più adatto di un rossetto rosso (meglio ancora se l’oro in questione tende al brunito e meno al giallo) e di un abito nelle nuance del porpora o del nero. manicure-goldChi indossa uno smalto color argento, invece, dovrebbe evitare di abbinarvi nuance fredde, come per esempio il grigio, privilegiando toni color rame o scegliendo un ombretto silver con cui saturare la palpebra, prima di tracciarvi una netta linea di eye liner nero. Le labbra? Nude o rosso cardinale.

Quale forma e quale lunghezza dovrebbero avere le unghie, per “vestire” al meglio smalti oro e argento?
Personalmente sono per le unghie medio-corte: le trovo più eleganti e pratiche. Certo è che va rispettata l’armonia della mano. Mentre per la forma, propendo senza esitazione per quella arrotondata.

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Naomi Campbell, il selfie senza parrucca e quello che i media non hanno capito

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Poco prima di Natale, Naomi Campbell ha stupito tutti, con uno scatto su Instagram in cui si è mostrata per la prima volta con i suoi capelli al naturale. “Messa a nudo”, recitava la didascalia, insieme all’hashtag #NaomiAfrica (visto che il selfie è stato fatto durante il suo ultimo soggiorno in Kenya).

A ben guardare la chioma però non appare rasata, ma intrecciata in più tradizionali treccine afro. Tanto è bastato comunque, per riportare a galla sui giornali la storia travagliata della prematura perdita dei suoi capelli. Era il 2010, infatti, quando il Guardian pubblicò la prima di una serie di foto che la ritraevano con evidenti segni di alopecia: in seguito a quelle immagini gli esperti si affannarono subito a puntare il dito contro lo smodato uso di extension, di cui le modelle non potevano fare a meno sui set fotografici. Naomi non poté che ammettere l’evidenza, raccontando che in seguito ai danni subìti aveva deciso di utilizzare delle parrucche, per permettere ai capelli di ricrescere.

Eppure, nonostante questa storia continui a fare capolino periodicamente sui giornali, Naomi Campbell ha saputo costruire una carriera tra le più longeve come top model, tanto da farle guadagnare, anche a 48 anni suonati, una campagna makeup come testimonial del brand di cosmetici Nars.

La sua storia

Ha 7 anni quando fa la sua prima apparizione in un video musicale di Bob Marley, mentre a 15 viene scoperta a Londra, a Covent Garden, da un agente che le permette di iniziare come modella. Ci vorrà appena un anno per finire sulla prima importante copertina di Elle, mentre nel 1988 sarà la prima donna afro a posare per l’edizione francese di Vogue. Le sue gambe chilometriche e il fisico mozzafiato le fanno ben presto conquistare l’appellativo di “Venere nera” e la sua falcata da pantera sulle passerelle diventa leggendaria. Negli Anni 90, infatti, insieme a Claudia Schiffer, Linda Evangelista, Christy Turlington e Kate Moss contribuisce a creare il fenomeno delle super top, grazie anche al sodalizio con tanti stilisti tra cui l’amico Gianni Versace. Dopo la morte di quest’ultimo e con l’avvento degli Anni 2000, dà vita a una serie di progetti charity, primo fra tutti quello con Nelson Mandela, che la riporta a riscoprire le sue origini afro. La Venere nera, ribelle e riottosa, famosa anche per i ritardi e le polemiche e le risse, si lascia alle spalle parte del mondo dorato del fashion per intraprendere un percorso diverso.

Il suo stile

Nonostante il passare degli anni, alopecia e parrucche permettendo, Naomi ha spaziato attraverso i look più diversi, ha percorso mode ed epoche, fatto la storia con look iconici e senza tempo: dai ricci afro ai caschetti alla Josephine Baker, dalle mechés bionde Anni 2000 al liscio super long. Il suo stile ha oltrepassato il massimalismo degli Anni 90 e per farsi via via più sofisticato. Seppur adesso Naomi abbia ammesso che i suoi capelli stanno ricrescendo, in una recente intervista ha anche rivendicato il diritto a scegliere di essere ciò che vuole, incluso il desiderio di indossare una parrucca, di fare il botox o di indossare delle ciglia finte. E magari anche quello di apparire come si è, esattamente come ha fatto qualche giorno fa sui suoi social.

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Tinta per capelli sbagliata? I consigli per rimediare

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Paese che vai, usanza che trovi. Anche in fatto di capelli. Se in India ed Estremo Oriente non è infrequente imbattersi in qualcuno che i propri li vende, con tanto di listino prezzi, per farci delle parrucche, la cultura occidentale si cura poco di quelli che cadono naturalmente, salvo in caso di problema serio, ma molto di quelli che restano. Perché sono e rimangono un punto di indiscutibile fascino. Proprio per questo un colore sbagliato, delle mèches che non ci convincono, un rosso che “spara” troppo, possono mettere ko l’autostima. Di seguito trovate qualche spunto, casalingo e da salone, per correre subito ai ripari “in caso di”.

Troppo scuri

Da un bel tono cioccolato al nero corvino, il passo (falso) può essere breve. Per rimediare, lo shampoo giusto è l’antiforfora e va mischiato a un cucchiaio di bicarbonato, che accelera il processo di scoloritura, alternato a una miscela di succo di limone e olio di oliva, mandorle dolci, vinaccioli, meglio se spray, da vaporizzare su tutta la lunghezza lasciando in posa anche un’ora. Poi si procede con il lavaggio e la maschera nutriente. In salone, la soluzione invece va dal semplice gloss al balayage.

Troppo freddi

Pensavate a una nuance calda ma vi ritrovate con dei riflessi “di ghiaccio” che quasi virano al verde? Gli eccessi vanno smorzati da una base lavante schiarente o una tinta miele o caramello da mischiare al conditioner, lasciando agire per una decina di minuti. E in salone orientatevi verso una nuance rame o un pesca.

Meryl Streep nel film “Il diavolo veste Prada”.

Troppo rossi

Anche riflessi eccessivamente ramati, dovuti a un accumulo di pigmentazione, possono tradire una tinta sbagliata. applicate un rifl essante color antracite, bruno o cenere, che smorzerà i toni, chiedendo al vostro coiffeur di fi ducia un risultato meno acceso.

Milla Jovovich nel film “Il Quinto Elemento”.

Troppo gialli

In questo caso, la soluzione è uno shampoo antigiallo o silver, abbinato a un impacco tonalizzante con pigmenti viola che illuminano e pian piano scaricano. In alternativa, il primo può fungere anche da balsamo, da lasciare in posa per un quarto d’ora prima di sciacquare. Una volta dal parrucchiere, optate per una tonalità cenere, evitando quelle calde, che inevitabilmente dopo qualche tempo creerebbero problemi.

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