Il termine tecnico è “acne di Maiorca” ed è la forma estiva dell’acne estemporanea. Colpisce soprattutto le donne e si manifesta nei mesi più caldi, in particolare quando ci si espone al sole. Se infatti in un primo momento sotto al sole la pelle acneica sembra beneficiarne, dopo le prime due settimane la situazione peggiora a causa dell’ispessimento epidermico dovuto dai raggi. E anche il caldo fa la sua parte. Il professor Sergio Noviello, Direttore Sanitario di Sergio Noviello Cosmetic Surgery & BAT Centre, spiega come comportarsi prima, durante e dopo.
Sole e mare: i benefici dell’inizio
Il mix di sole e relativa esposizione, caldo e sudore sono deleteri per l’epidermide a tendenza acneica per cui, a causa della sua delicatezza, occorrono particolari cure. Come spiega il professor Noviello: «In estate molti persone notato un primo miglioramento soprattutto nelle prime settimane quando il sole svolge un’azione antinfiammatoria e il mare tende a seccare e asciugare i brufoli. L’abbronzatura, inoltre, li rende meno visibili».
Effetto rebound, e l’acne peggiora
Questo miglioramento è però solo apparente e soprattutto dura poco: la pelle esposta al sole, infatti, si inspessisce e produce maggiore sebo che però non riesce a fuoriuscire proprio a causa dell’inspessimento stesso. «Inoltre il sudore causa una subocclusione dei canali del sebo con conseguente infiammazione, formazione di comedoni e pustole» aggiunge Noviello.
Infine «i raggi UVA e gli UVB favoriscono l’infiammazione e il caldo fa arrivare più sangue al viso e con esso una maggior quantità di ormoni che stimola la produzione di sebo».
Cosa fare
Il risultato? Al termine della vacanza la pelle appare inspessita ma anche più spenta e impura.
Come procedere: anzitutto è utile fare uno scrub delicato per eliminare le impurità, sia sul viso che sul corpo (altre due zone particolarmente colpite sono infatti spalle e décolleté). Poi esporsi al sole gradualmente scegliendo solari specifici per pelli acneiche, quindi oil free e non comedogenici.
Pulire il viso due volte al giorno con un detergente dal pH 5 o 5.5, e la sera è fondamentale struccarsi accuratamente, anche se il trucco utilizzato in giornata al mare è minimo.
Infine aiutare la pelle con integratori che contengono vitamina A e zinco che svolgono un’azione antiossidante e antinfiammatoria e con bevande seboregolatorici e detox come il tè verde e l’aloe.
Cosa evitare
Evitare «tutti i trattamenti troppo aggressivi, comprese pulizie del viso “fai da te” profonde pensando di migliorare la situazione» spiega l’esperto.
No inoltre al trucco: «evitare il più possibile il make up evita di occludere ulteriormente i pori».
Attezione, inoltre, alla luce blu dei device, almeno la sera. Un’esposizione prolungata – e la combinazione con l’esposizione al sole durante il giorno – può portare ad un eccesso di radicali liberi, alla formazione di macchie, rughe e riduzione della capacità protettiva della pelle stessa, compromettendo l’attivazione delle cellule e dei fibroblasti dermici responsabili della produzione di collagene, sostanza che non ha una funzione soltanto antiaging ma che può aiutare anche a combattere l’acne».
Al rientro a casa
Se ormai il danno è fatto, bisogna aiutare la pelle con trattamenti e protocolli specifici così da limitare i danni.
Come consiglia l’esperto, sono adatti dei cicli di peeling leggeri e/o profondi a base di differenti concentrazioni di acido salicilico, mandelico e azelaico che si effettuano all’incirca ogni due settimane. Inoltre scegliere delle biorivitalizzazioni con sostanze booster che rigenerano, riparano e idratano la pelle aiutandola a chiudere i pori.
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