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Capelli: le code di cavallo per la primavera estate da copiare subito

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William d’Inghilterra ha imparato a farla alla figlia Charlotte grazie ai tutorial su Youtube (per sua stessa ammissione) ma per il principe la coda di cavallo resta un vero «incubo». Così l’ha definita qualche giorno fa, parlando con alcuni genitori durante un incontro ufficiale. Fortuna che alle trecce pensa la moglie Kate, e che Charlotte non ha capelli sufficientemente lunghi da pretendere da papà lavori più complessi. L’erede al trono, però, dovrà rassegnarsi, perché la coda non è mai piaciuta tanto come in questo momento. Insomma, archiviare il discorso con la piccola trend setter di casa sarà cosa dura.

Lo raccontano le passerelle del prossimo Autunno/Inverno, conferma di quanto era già nell’aria dopo quelle della Primavera/Estate: quest’anno il raccolto mette da parte le soluzioni troppo complesse per farsi più asciutto, lineare, risposta ideale del lungo ai corti e cortissimi, che rappresentano l’altra grande alternativa di stagione.

Bella Hadid in passerella Oscar De la Renta, Kate Middleton ed Emily Ratajkowski in passerella Versace

Il segreto sta soprattutto nella versatilità. Code alte, come quelle amate da Kate Middleton e Meghan Markle, che amano lasciarle vaporose, complici anche capigliature molto folte, o più modellate, come quelle viste sull’ultima passerella di Badgley Mischka, legate da un laccio semplice. Un omaggio agli Anni 40 e 50 firmato dall’hair stylist Peter Grey, che ha voluto dare un twist in movimento ai capelli, affinché la chioma fosse un tutt’uno con la camminata delle modelle. Una soluzione passepartout perfetta per l’estate, dal tempo libero alle occasioni più chic.

Se le lunghezze lo consentono si può scegliere anche uno styling extra liscio, amato ad esempio dalla cantante Ariana Grande e dall’attrice Amy Adams. Sono però le low ponytail, ovvero le code basse a spopolare, meglio se lunghe, da portare minimal, senza accessori che disturbino l’essenzialità dello styling. Tra le più belle in passerella, quelle di Oscar De La Renta, che le ha proposte per l’estate, ma anche per il prossimo autunno, quest’ultime arricchite da un nastro in velluto a farle preziose, e quelle metropolitane che hanno animato la Berlin Fashion Week. Semplici, fissate da un laccio in pelle lucida effetto rock. A Justine Marjan, che ha lavorato alla sfilata di Cushnie, è bastato invece un elastico a farle risaltare sulla pelle nuda. Una vera ponytail mania, insomma, che non risparmia nemmeno le spose, come ha dimostrato l’ultima presentazione Atelier Emè, con code basse firmate Cotril. Un’altra (bella) idea per l’estate alle porte.

Coda bassa per una sposa nel backstage dell’ultima presentazione Atelier Emè. @Courtesy of Cotril

 

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Dalla tavola alle creme viso e corpo, i superfood sono il beauty trend del momento

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Buoni da mangiare, altrettanto buoni se inseriti all’interno di formulazioni cosmetiche. Parliamo dei cosiddetti superfood: «alimenti con una marcia in più in fatto di contenuto vitaminico, minerale, nutritivo», riassume Cristina Amianti, biologa nutrizionista a Milano. «Un termine spiritoso e immediato, anche se impreciso”, aggiunge l’esperta, «riferito a cibi che, in gergo tecnico, sono definiti alimenti funzionali o health claim». Dai broccoli all’avocado, dall’aloe allo zenzero, dai semi di chia all’uva, dagli agrumi all’olio di oliva… la lista è lunga e tutt’altro che improvvisata. «La “promozione” di un alimento a superfood presuppone un’approfondita analisi qualitativa da parte di enti preposti», spiega la dottoressa Amianti. Tra le maggiori autorità italiane a occuparsene, l’EFSA di Parma è, forse, la più nota. Il comitato scientifico lavora a fianco dei principali organismi europei per monitorare e classificare regimi alimentari e singoli cibi. «L’obiettivo è agevolare una corretta informazione nutrizionale, diffondere l’importanza del mangiar sano, evitare la diffusione dei cosiddetti pericoli biologici».

Le modelle Jourdan Dunn e Ashley Graham

La possibilità di accedere a ingredienti dalle mille virtù – quali sono il cocco e le mandorle, le alghe e la barbabietola… – non poteva lasciare indifferente la ricerca cosmetica. E la tendenza a creare formule arricchite proprio a partire da superfood è, non a caso, uno dei trend più forti del momento. «Il mantra è dei più noti: noi siamo quello che mangiamo», commenta Massimo Locatuzzi, dermatologo a Pavia. «Non sorprende quindi che, protagonisti all’interno dei cosmetici ultimi nati, siamo frutti, ortaggi, bacche e semi che farebbero bella figura su una tavola imbandita». Le specie vegetali – sia autoctone sia provenienti da aree tropicali – sono trattate attraverso procedimenti che ne preservano le caratteristiche. A tutto vantaggio del benessere della pelle.

«I cibi amici della pelle sono quelli che vantano una particolare ricchezza in vitamine, minerali e proteine, senza tralasciare gli antiossidanti», riprende Cristina Amianti. «Quindi tutta la frutta e la verdura – possibilmente stagionale – a cominciare da agrumi, peperoncino, ribes, papaya, fragole, prezzemolo. Senza dimenticare la famiglia degli ortaggi più tipicamente invernali: cavoli, broccoli, cavolfiori, verze. Un nota di merito, infine, a spezie quali curcuma, cannella e zenzero, ricche fonti di antiossidanti anti-radicalari». 

Ma quali sono gli ingredienti che la bellezza corteggia più insistentemente e per quali ragioni? Eccoli, a seguire.

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Mirtilli

Sono un autentico toccasana a livello della circolazione sia superficiale sia profonda. «Come tutti i frutti e gli ortaggi dal colore rosso sono particolarmente ricchi in antocianine e proantocianidine,  pigmenti colorati dall’elevato potere antiossidante», dice Amianti. «Esercitano, quindi, una spiccata azione anti-età, benché la loto dote principale sia l’azione protettiva a livello del microcircolo. Si tratta, insomma, di validi alleati per chi ha tendenza alla formazione di ematomi, nei casi di ritenzione idrica, in presenza di cellulite, varici, borse e occhiaie». L’alta percentuale di vitamina C e fibre, infine, favorisce il mantenimento del benessere e del peso corporeo.

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Cacao

Un autentico toccasana a livello sia fisico sia emotivo. In primis, per l’alto contenuto di minerali, quali calcio, ferro e magnesio. Quindi, per la presenza significativa di polifenoli, sostanze vegetali dagli effetti anticancerogeni, antiossidanti, antinfiammatori e antibatterici. Sentinella in grado di monitorare il livello di colesterolo cattivo, infine, il cacao è un autentico booster di buonumore, perché in grado di attivare il rilancio di endorfine – sostanze euforizzanti naturali – e di serotonina, il cosiddetto ormone del buonumore. le sue doti cosmetiche non sono meno interessanti: si tratta, infatti, di un ingrediente prezioso di emulsioni anti-age, cosmetici anti-cellulite e scrub per il corpo.

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Olio extra vergine di oliva

L’alimento-vedette della dieta mediterranea può fregiarsi di un alto contenuto in vitamina E e omega 3 e 6, tutti validissimi anti-radicali liberi, in grado di proteggere l’attività cellulare dall’aggressione di scorie e tossine. Ottimo alleato nella prevenzione di malattie cardiovascolari, diabete e deficit cognitivi, ha doti antinfiammatorie garantite dalla presenza di antiossidanti fenolici. A livello cosmetico, ha azione lenitiva, idratante e fortemente nutriente. 

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Bacche di açai

Anche questi piccoli frutti dall’aspetto simile a mirtilli stanno vivendo un periodo di grande notorietà. Chi ne decanta i meriti, chi ne elenca i limiti… Di fatto si tratta del frutto con la più alta concentrazione di antiossidanti al mondo. Gli antociani, i particolare, oltre a proteggere le cellule dai danni causati dai radicali liberi, svolgono azione protettrice a livello cardiovascolare. Ottenute dall’Euterpe oleracea, una palma originaria dell’America centrale e meridionale, queste saporite bacche hanno, in più, il potere di favorire la ripresa muscolare dopo lo sforzo, regolarizzare i livelli glicemici a digiuno, ridurre il colesterolo “cattivo”. In cosmetica, l’açai è presente sotto forma di olio ottenuto dalla spremitura dei frutti. Un ingredienti spiccatamente emolliente, idratante, nutritivo, elasticizzante e anti-età.

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Avocado

È senza alcun dubbio la star del momento. E a ragion veduta, perché si tratta di un alimento particolarmente versatile e benefico. Ricco di grassi “buoni” (monoinsaturi e polinsaturi), è un’ottima fonte anche di vitamine (C ed E) e minerali. Una composizione che ne fa un valido alleato per conservare in buono stato le pareti delle arterie, controllare la glicemia, ridurre l’ipertensione e i trigliceridi. Unico neo: è un frutto molto calorico. Il consiglio, quindi, è limitarne l’assunzione nei casi di sovrappeso e dieta ipocalorica. Nessun li mite al suo utilizzo, invece, a livello cosmetico. La polpa del frutto ha una consistenza burrosa, cosa che lo rende particolarmente adatto al trattamento della pelle secca. Ricco in acido palmitico e in acido linoleico e linolenico, vanta doti ristrutturanti e rinforzanti la barriera di epidermica. L’olio di avocado, infine, contiene un’abbondante quantità di fitosteroli, sostanze ormono-simili, particolarmente adatte nel trattamento della cute in menopausa, carente in estrogeni.

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Bacche di goji 

Parte integrante della millenaria medicina tradizionale cinese, le cosiddette “bacche della longevità” vantano una composizione nutrizionale unica. Sei vitamine, 21 minerali, 18 aminoacidi, 8 polisaccaridi. Un dream-team che fa di questo piccolo frutto rosso un portento a livello salutistico. Un’assunzione regolare di goji, infatti, ha il potere di contrastare i processi degenerativi a carico della cellule, potenziare il sistema immunitario, ridurre l’affaticamento, migliorare la qualità della vista, contenere la sensazione di fame (rendendo più semplice seguire una dieta ipocalorica). A livello cosmetico, l’alto contenuto di vitamine, acidi grassi e sali minerali ne fa un efficace anti-radicalare, ma non solo. Si tratta, infatti, di un ingrediente utile a preservare elasticità, nutrimento, luminosità dell’incarnato.

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Alga spirulina

Le sia ama o le si odia. Niente vie di mezzo. Parliamo delle alghe commestibili, sempre più diffuse anche sulle nostre tavole. Tra queste, l’alga spirulina. A livello nutrizionale, si tratta di un valido anti-ossidante e depurativo dell’organismo. Ricca in proteine, aminoacidi essenziali e lipidi, aiuta a tenere sotto controllo i valori del colesterolo, fortifica il sistema immunitario, contrasta affaticamento e stress. L’alto contenuto in vitamine (A, C, E e appartenenti al gruppo B) e sali minerali (ferro, calcio, potassio, fosforo, magnesio, zinco, rame e selenio), inoltre, ne accresce la capacità di rallentare i processi degenerativi a carico delle cellule. Dal punto di vista cosmetico, si tratta di un efficace booster anti-age e di un valido detossinante. Tirosina, selenio e vitamine (A, B ed E) regolano la produzione di sebo da parte delle ghiandole incaricate, prevenendo la comparsa di brufolini, eczemi e sfoghi. 

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Melagrana

Un passato nel mito (le sue origine sono legate alla figura di Adone), un presente glorioso, un futuro che si prospetta altrettanto fulgido. Non conosce battute d’arresto la melagrana-mania. Un frutto à la page, verrebbe spontaneo definirlo, tanto popolare sta diventando tra chef e cosmetologi. Un successo più che giustificato: berne regolarmente il succo riduce il rischio di aterosclerosi, rallenta gli effetti dell’invecchiamento, migliora la digestione, previene le malattie cardiache, l’anemia e l’Alzheimer. Ma non solo: studi recenti hanno evidenziato la ricchezza dell’estratto di melagrana in polifenoli, eccipienti in grado di smorzare la comunicazione tra cellule causa di processi infiammatori. Un frutto altamente “qualificato” anche sul fronte cosmetico. Semi e succo, infatti, sono una fonte di fibre, proteine e sali minerali, che ne fanno un valido emolliente, lenitivo e disinfiammante. Spicca, tuttavia, l’alta percentuale di anti-ossidanti, vitamine in primis (C, E e K). 

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Uva

Un autentico superfood: ricca in zuccheri, fibre, sali minerali (tra cui potassio, calcio, magnesio e ferro), sostanze antiossidanti e vitamine A, B e C, l’uva, in tutte le sue varietà, è un alimento tra i più completi. Le sue virtù? Ha doti diuretiche e depurative, favorisce la funzionalità intestinale, infonde energia e contrasta l’affaticamento. Sul fronte cosmetico, l’uva si fa apprezzare per l’alto contenuto di antocianine, resveratrolo ed enina, sostanze dal forte potere antiossidante presenti non solo nella polpa, ma anche nella buccia (nera in special modo). Preziose per contrastare l’invecchiamento cellulare, rafforzano le pareti venose e stimolano il microcircolo, con una valida azione contro gonfiori, ritenzione idrica, cellulite. 

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Giornata mondiale del sonno: creme notte, maschere e patch per la beauty routine serale

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«Di notte ogni cosa assume forme più lievi, più sfumate, quasi magiche. Tutto si addolcisce e si attenua, anche le rughe del viso e quelle dell’anima», così lo scrittore Romano Battaglia descriveva il momento in cui tutto si acquieta. La forza di queste parole ci ricorda quanto il nostro organismo abbia bisogno delle ore più buie per riposare e attivare il processo di rigenerazione cellulare a tutti i livelli. E il 15 marzo, Giornata mondiale del sonno 2019, è una buona occasione per riflettere sul senso di una “buona dormita”. Del resto, dopo il Nobel a Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young per i loro studi sui ritmi circadiani (il ciclo tra veglia e sonno), non abbiamo più dubbi sull’importanza di sincronizzare le alternanze naturali: quella esterna del passaggio tra la luce e l’oscurità con quella interna del passaggio tra attività e riposo. Scienza docet.

Le ore cruciali

Sono 8 circa, e cadono tra le 23.00 e le 4.00. D’altronde, se passiamo un terzo della nostra vita a dormire ci sarà un perché. Sfruttare il ritmo sonno/veglia è importante anche per prolungare la giovinezza, e l’associazione tra una crema e un buon riposo possono fare la differenza per la bellezza della pelle. Morfeo sale sul podio dei trattamenti di bellezza perché permette alla melatonina – il nostro principale bioregolatore – di rallentare tutti i processi dell’età che avanza, e perché attiva la rigenerazione cutanea e la riparazione cellulare, ricarica i sistemi di difesa e migliora il microcircolo sanguigno aumentando  gli scambi cellulari e la permeabilità cutanea. In pratica, la pelle di notte diventa più ricettiva e i prodotti applicati danno migliori risultati.

Cindy Crawford (Instagram).

L’importanza della routine serale

Durante la notte l’organismo regola al massimo le sue funzioni di eliminazione e purificazione, per disintossicarsi da scorie e tossine. Poiché lo fa anche attraverso la pelle, nascono prodotti che assecondano questo fisiologico processo agendo durante il sonno. Riduttivo chiamarle semplicemente “creme notte”: le nuove formule sono “elisir di riposo” con cui regalarsi, e in certi casi perfino sostituire, a fior di pelle, svariati benefici di una notte serena. Si spazia dall’acqua profumata calmante (relaxing mist) alla maschera notte che avvolge il viso come seta e stimola la sensorialità tattile della pelle: il classico gesto della crema prima di andare a letto diventa un elisir riparatore e allo stesso tempo beauty booster grazie a nuove tecnologie che consentono di rilasciare gradualmente idratazione all’interno dell’epidermide fino al mattino, stimolando la rigenerazione dei tessuti, schiarendo il contorno occhi e/o promuovendo la sintesi di nuovo collagene. E le texture? I sieri specifici ad azione detossinante sono ideali al cambio di stagione perché hanno la consistenza morbida e fresca di un gel che viene immediatamente assorbito, rispondendo al bisogno di texture più leggere che arrivano con l’aumento delle temperature. Per chi desidera un’azione più strong, provate a massaggiare viso, collo e décolleté con un olio riparatore: una vera coccola da prolungare, con movimenti circolari su guance, linea mandibolare e fronte. L’azione nutritiva dell’olio, grazie alla sua concentrazione di acidi grassi essenziali, darà come risultato una pelle morbida e tonica al risveglio.

Izabel Goulart (Instagram)

Gli attivi giusti

Sono d’origine vegetale: estratto di cellule madri da uva, olio di Argan, tè verde e salvia sclarea che proteggono e nutrono la pelle, mentre principi altamente idratanti come i galattomannani della Cesalpina Spinosa dissetano e rigenerano anche la cute più secca. Adatti anche e soprattutto a chi soffre di pelle impura, contengono Fomes Officinalis, che esercita un’azione astringente sui pori ed estratti vegetali di rosmarino e lavanda a effetto antisettico e purificante. Se la pelle mostra segni d’invecchiamento, un aiuto potente viene dal miele che, associato alla pappa reale in nuove formulazioni dalla fragranza distensiva e rilassante, attiva i processi di riparazione e cicatrizzazione favoriti fisiologicamente dal sonno. Efficace anche l’azione rassodante e liftante della sericina, la proteina della seta.

E se sono gli occhi a risentire delle tossine accumulate in giornata? Cerchi scuri, grinze e borse si attenuano naturalmente dormendo. Ma non sempre è così, dato lo stress psicofisico a cui siamo sottoposte quotidianamente. L’applicazione durante tutta la notte di speciali patch, contenenti attivi rigeneranti, ci offrono la possibilità di godere appieno al mattino del loro effetto purificante, idratante e schiarente. Per uno sguardo più riposato.

Un aiuto in più

La notte è preziosa anche per la linea: gli organi emuntori (quelli che ripuliscono il corpo dalle scorie) lavorano al massimo durante la notte e assecondarli con l’applicazione di attivi specifici può facilitare il processo di remise en forme. L’ideale è applicare sul corpo due tipi di prodotti: una nuvola di acqua profumata rilassante (per esempio quelle a base di loto bianco, da spruzzare sulla pelle e sulla biancheria da letto) e un latte corpo ad azione detox. Oggi queste essenze si trovano anche in versione a lento rilascio: la fragranza “Sonno profondo” (This Works) viene emessa per ben otto ore dal cuscino grazie all’attivazione tramite i movimenti corporei. Non dimenticate di bere una tisana calda di erbe come tiglio, passiflora e camomilla che inducono il sonno. Poi mettete sul comodino (o comunque vicino alla testa) tre pietre che, secondo la cristalloterapia, creeranno attorno a voi un campo elettromagnetico rilassante: avventurina, dolomia e quarzo rosa.

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Festa del papà 2019: profumi, set da rasatura e skincare per un regalo beauty

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Martedì 19 Marzo si festeggiano tutti i papà. Unici e inimitabili “uomini della vita” di una donna, meritano un pensiero. Per fortuna, cosmesi e profumeria sono sempre un’ottima soluzione. Qualche idea? Le ultime novità profumate al maschile sono all’insegna dell’esclusività, tra grandi classici rivisitati e jus speciali da collezione.


Profumi dal cuore verde aromatico, rassicuranti e solidi come un antico albero che sostiene la famiglia: Tom Ford Private Blend Vert de Fleur emana la seduzione del glamour anni ‘70 con un inedito bouquet floreale “posato” sul muschio di quercia; Dolce e Gabbana Velvet Cypress è un’ode verde aromatica (c’è dell’erba appena tagliata, la salvia, la corteccia, il cedro) al protagonista del paesaggio mediterraneo, il cipresso. Nota che spicca, miscelato al calore del patchouli e al tocco frizzante del rosmarino e delle bacche di ginepro, anche il nuovo Gucci Guilty Cologne Pour Homme, una moderna versione della classica acqua di colonia italiana.

Da Bottega Verde, con il nuovo Verde Patchouli Eau de Toilette, fresco, aromantico, energizzante, con estratto di basilico, tutte le altre referenze della linea uomo sono proposte a metà prezzo.

Nella “nicchia” della profumeria c’è Lord George, il capofamiglia dei ritratti olfattivi Penhaligon’s, che incarna l’essenza del padre di famiglia in un jus al brandy, sapone da barba e fava tonka. Byredo Unnamed, senza nome, senza indicazioni, se non un sentore di gin, muschi e abete, accompagnato da un set di stickers, può essere personalizzato anche nella dedica. Una certezza, per stupirlo, l’esclusiva colonia Eight & Bob, la preferita di J.F.Kennedy: si regala in un libro intagliato e ha una storia unica da raccontare.

E poi, conquistano anche l’animo più sofisticato i cinque jus maschili Louis Vuitton, una dedica olfattiva al tema del viaggio firmati dal Maître Parfumeur Jacques Cavallier Belletrud: L’immensitè profuma di libertà davanti ad un orizzonte illimitato; Sur la route si ipira alla sensazione del vento sulla pelle durante una corsa in macchina, Au Hazard ammmalia come un incontro inaspettato,Orage profuma di temporale estivo, mentre Nuveau Monde è la scoperta di un luogo nuovo, speciale. Anche tutti insieme, in una cappelliera gioiello.

Restano infine una garanzia i prodotti da rasatura: Acqua di Parma propone Colonia Father’s Day Gift Set, una pochette in ecopelle che racchiude l’iconica Colonia in flacone Art deco e Bagno alla Colonia con già inclusa la dedica sul pack “al mio papà”. Per i più modaioli, c’è House 99, la linea beauty firmata David Beckham, che spazia dallo skincare all’haircare alla rasatura (in vendita in esclusiva presso le profumerie Limoni, La Gardenia, Douglas), oppure, Bullfrog, ai cui prodotti si può aggiungere in regalo una seduta di restyling barba e capelli nei quattro saloni milanesi, a Varese, Erba, Torino, Roma, Zurigo. Chicche garantite anche fra le proposte vintage chic di Womo, con pennelli in argento e rasoi in legni pregiati. E poi, soin e formule “tuttofare” di skincare, perché anche la pelle maschile vuole la sua parte. Tutte le proposte nella gallery.

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Dalla Cina la beauty routine per avere la pelle di porcellana

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È la prima potenza economica mondiale per prodotto interno lordo, il terzo Paese per estensione (dopo la Russia e il Canada) e ha un miliardo e mezzo di abitanti circa, di cui la metà sono donne. E chi di noi non ha ammirato la pelle perfetta, a qualsiasi età, delle donne cinesi? La natura aiuta, certo, ma è interessante scoprire che loro si impegnano a mantenere il proprio capitale di bellezza.

«Nella Cina contemporanea, i rituali beauty sono molto importanti» spiega Amy Tan, imprenditrice cinese poco più che trentenne. «Ma quando siamo all’estero non riusciamo a trovare cure adatte alla nostra pelle e alle nostre abitudini». Per questo motivo qualche mese fa, insieme a giovani colleghi italiani e inglesi, ha aperto Pico Milan, la prima clinica estetica focalizzata sui clienti cinesi con sede in Europa (e tra un mese anche a Londra e Shanghai). «La nostra passione per la tecnologia, la bellezza e la salute ci consente di proporre i trattamenti estetici più innovativi». Tra i fiori all’occhiello, molto richiesta è la tecnologia filler indicata per il viso, incluse le zone più sensibili come il contorno occhi e i solchi nasolabiali: «Siamo all’avanguardia nel campo dei trattamenti con fili Pdo, particolari fili biologici, riassorbibili, che possono “sollevare” tutto il viso, ma anche alcune zone come gli arti inferiori (glutei e sottoglutei), oppure possiamo prendere in considerazione la tossina botulinica, focalizzata anche verso zone del corpo, come spalle e polpacci, meno trattate in Europa. Si produce così un effetto distensivo che modifica le proporzioni a riposo, con un effetto estetico prossimo a un dimagrimento localizzato» dice Amy Tan.

L’attrice cinese Fan Bingbing, la top model cinese Liu Wen e la collega Ming Xi.

Le ragazze di Shanghai applicano sul viso anche due diverse maschere al giorno (mattina e sera). Ce ne sono con oro o con alghe. Antiage, idratanti, illuminanti…

Macchie? No grazie

La forma fisica è importante, e lo è ancor di più la cura della pelle. «Sin da quando siamo piccole, le nostre madri ci insegnano tecniche anti aging sia moderne, sia tradizionali: per noi è normale applicare il contorno occhi a partire dai 18 anni o evitare tassativamente l’esposizione solare» prosegue Amy. «L’abbronzatura non fa parte dei nostri canoni di bellezza: la pelle deve essere bianca, diafana e trasparente come il petalo di un fiore. Usiamo creme specifiche sbiancanti (lo fanno 4 donne su 10) e ci ripariamo dal sole con i “sun-brella” (ombrelli solari), cappelli protettivi e schermi facciali contro i raggi in spiaggia. E poi adoriamo le maschere facciali: basti pensare che, nel 2016, in Asia si sono vendute il 76 per cento delle maschere, mentre in Europa e negli Stati Uniti rispettivamente il 16 e l’8 per cento. La nostra beauty routine prevede una volta al giorno (a volte, anche alla sera) l’applicazione di una mask monouso in tessuto o pell off: ce ne sono di ogni tipo, antiage, illuminanti, idratanti, al collagene, con oro, alghe, detox».

L’attrice Ziyi Zhang nei panni di Sayuri in una scena del film “Memorie di una geisha”.

E poi, ci sono le trasferte in Corea del Sud: «Le ragazze cinesi rappresentano la comunità più attenta alla tecnologia medica coreana e all’approccio preventivo diffuso in quel Paese, centro di riferimento mondiale per i nuovi protocolli di medicina estetica antiage» afferma la dottoressa Caterina Bistrot, medico chirurgo estetico esperto in Laser Terapia presso Image Regenerative Clinic di Milano. «Sono rientrata in Italia da un anno dopo un’esperienza decisiva a Seul, e qui a Milano seguo tante donne cinesi, tra i 25 e i 40 anni, che all’estero ricercano gli stessi trattamenti che trovano a casa, ribadisce la dottoressa Bistrot. «L’aspetto che più le preoccupa è l’uniformità dell’incarnato del viso: l’obiettivo è una pelle più luminosa, priva di macchie e di alterazioni della texture. Per i canoni orientali, la vera bellezza è la pelle trasparente, iridescente e senza trucco. Per gestire le pigmentazioni, perfetto è il Laser Toning, che spopola anche nei centri di Los Angeles, Sydney, Tokyo e Vancoover. Altro capitolo è rappresentato dalla forma del volto: vengono spesso richiesti trattamenti correttivi per ottenere la cosiddetta V-Line, che rende il viso più affusolato».

L’ora del tè

Ziyi Zhang (a sinistra) e Michelle Yeoh in una scena del film “Memorie di una geisha”.

Non solo attenzione estetica, ma al benessere complessivo dell’organismo: «Bere acqua fredda è un’abitudine pressoché sconosciuta da noi. Nella tradizione medica cinese, è importante mantenere il corpo al caldo» spiega Amy Tan «perché si ritiene che l’acqua calda (o almeno tiepida) aiuti la circolazione sanguigna e la disintossicazione, mentre contrasta i dolori muscolari. Un bicchiere di acqua calda con l’aggiunta di zenzero fresco è un rimedio per ogni cosa. E poi, in ogni momento della giornata, non possiamo fare a meno della nostra bevanda tradizionale, il tè dalle straordinarie proprietà benefiche». Anche sotto forma di fragranza: non è un caso se un’azienda italiana come Merchant of Venice ha inserito nel suo ultimo profumo una varietà rarissima di tè, il Blue Chai Tea. «I nostri orizzonti olfattivi sono concettualmente legati al tema del viaggio e alle antiche rotte commerciali dei mercanti veneziani» spiega Marco Vidal, ad del brand e direttore commerciale Mavive. «Così siamo arrivati in Cina ripercorrendo la via aperta da Marco Polo, animati da uno spirito di scoperta verso nuovi odori e nuove culture olfattive. Questa rara qualità di tè, uno dei più costosi del mondo, coltivato solo in alta montagna tra India, Cina e Giappone, l’abbiamo conosciuta grazie a una nostra cliente che ne possiede una piantagione. Abbiamo passato mesi a testare la materia prima e l’abbiamo trovata affascinante e innovativa. Una fragranza avvolgente come una preziosa seta cinese».

Una passione per l’innovazione

Amy Tan (foto) ha meno di trent’anni. Negli ultimi dieci ha vissuto tra Londra, Milano e Shanghai e si dedica con passione a creare un ponte tra la cultura e la società cinese e l’Europa, specialmente l’Italia. Imprenditrice di successo, a Shanghai ha fondato il più esclusivo e innovativo centro, lo Spina Fitness, ancora oggi il più celebrato e ben frequentato della città. Da pochi mesi ha inoltre aperto a Milano, nel quartiere Isola, Pico Milan, clinica internazionale di medicina estetica con un focus sull’Asia (picomilan.com).

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Tagli di capelli medi: Julia Roberts e le altre che scelgono il lob come lunghezza di primavera

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E alla fine ci ha dato un taglio. Parliamo di Julia Roberts, che, poche ore prima della puntata di C’è Posta per Te, ospite da Maria De Filippi, è apparsa con un nuovo taglio di capelli sull’account Instagram del suo hairstylist di fiducia, Serge Normant. Lo scatto social svela una versione molto più corta della lunga chioma biondo ramata con cui aveva fatto la sua comparsa la notte degli Oscar e durante la trasmissione in prima serata (evidentemente registrata tempo prima): il nuovo taglio di capelli è un long bob mosso e leggermente sbilanciato in avanti.

La star de Il Matrimonio del Mio Migliore Amico non è mai stata una abituata a colpi di testa, eppure, quest’anno sembra per lei foriero di cambiamenti, soprattutto in fatto di acconciature. Solo lo scorso febbraio, infatti, era apparsa con una chioma insolitamente tinta di rosa. Adesso, invece, è la volta di un nuovo taglio di capelli, più corto delle lunghezze a cui ormai ci aveva abituati. Julia Roberts così entra a far parte di diritto del “club del lob” che ad oggi vanta anche la stessa nipote Emma Roberts, ma anche Diane Kruger, Ashley Graham, Lucy Boynton, Jessica Chastain ed Eva Green, che sfoggia questo tipo di taglio nelle prime immagini promozionali del film Dumbo, di prossima uscita.

Il segreto di un successo così longevo per un taglio di capelli, che ormai impazza da anni? Sicuramente è tutto nella sua versatilità, che permette all’occorrenza di legare i capelli non troppo corti. In più è perfetto per le indecise, perché rappresenta la transizione ideale per chi vuole dare un taglio ai capelli lunghi, ma non tanto da optare per un corto. Quanto basta quindi per cambiare.

Corti, medi o lunghi: i tagli di capelli di tendenza per la primavera 2019

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20 acconciature da red carpet che si realizzano in 5 minuti: i consigli degli hairstylist delle celeb

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È probabile che i nomi Johnny Lavoy, Chris Appleton e Adir Abegel non vi dicano nulla. Eppure è a loro che Kim Kardashian e Hailey Baldwin, Jennifer Lopez e Charlize Theron, Cindy Crawford e Amanda Seyfried affidano le loro chiome. Già, perché Johnny, Chris e Adir sono alcuni tra gi hairstylist più celebri e quotati al mondo. La conferma del loro talento è continuamente sotto i nostri occhi: red carpet, première, sfilate… Nulla, in simili occasioni, è lasciato al caso. Che siano raccolti o sciolti, i “celebri” capelli sono meticolosamente preparati dai professionisti in questione per i flash dei fotografi e allo sguardo dei fan. Ma se i professionisti a disposizione delle celeb sono eccellenti, 5 x 20 è la formula di tendenza: bastano 5 minuti per ottenere (almeno) una ventuna dei loro look di punta per i red carpet. Unici requisiti necessari: un minimo di manualità, gli accessori per capelli più di tendenza (cerchietto in primis), una piastra lisciante e/o un ferro arricciacapelli.

Jennifer Lopez posa accanto a Chris Appleton, suo hairstylist di riferimento (Instagram).

Un esempio su tutti: la coda di cavallo con cui Serena Williams ha introdotto A star is born durante l’ultima edizione degli Oscar, al Dolby Theatre di Los Angeles. Pochi minuti di lavoro e soli 19 dollari di prodotti. Parola di Nai’ Vasha Johnson, esperto di hair care naturale e autore della spettacolare pony tail di cui sopra. Non è il primo, né l’unico caso in cui attrici, modelle, sportive e cantanti scelgono soluzioni furbe, ma di grande impatto.

Serena Williams, ospite a Los Angeles in occasione della consegna dei premi Oscar 2019 (Instagram).

Code e trecce: soffici…

Chi ha capelli naturalmente lisci è facilitata: una chioma a spaghetto trasmette un’immagine ordinata anche senza metterci mano. È bene, però, che le ciocche siano lucide e le punte compatte e non “sdoppiate”. In caso contrario, d’obbligo far tappa in salone per una spuntatina che elimini le lunghezze sciupate e alleggerisca l’insieme. In merito allo styling: «trecce e pony tail sono il lasciapassare per un look in perfetto ordine e all’ultimissimo grido», conferma Anthony Cristiano, che nel salone di Chicago accoglie celebrità del calibro di Adriana Lima, Gwyneth Paltrow e Gigi Hadid.

Anthony Cristiano e l’amica Adriana Lima (Instagram).

«Sia le prime sia le seconde si prestano a infinite interpretazioni, tanto che rappresentano un punto fermo di couturier ed hairstylist in occasione di sfilate e red carpet». Convinto sostenitore di un hairstyle che rispetti la natura e la salute dei capelli (Cristiano è, non a caso, direttore artistico del marchio eco-friedly Phyto), Anthony suggerisce intrecci morbidi, che non stressino le ciocche e non spezzino i fusti. Il look che ispira? Dalle trecce laterali di Emily Ratajkowski e Laura Chiatti alla coda bassa di Margot Robbie, alla soft-braid di Camila Cabello.

La coda versione Margot Robbie: piccolo investimento in termini di tempo per un risultato di grande effetto (Getty Images).

… o super raccolte

Da Jessica Chastain a Natalie Portman, da Rihanna a Rachel McAdams, da Serena Williams ad Ashley Graham. É pressoché infinita la lista dei raccolti più riusciti degli ultimi mesi. «La soluzione più furba cui ricorrere quando il tempo stringe», la definisce il platinato Chris Appleton. Punto di riferimeno per Jennifer Lopez, Kylie Jenner e Kim Kardashian, suggerisce chignon, pony tail e trecce estremamente compatti se i capelli non sono puliti, se sono crespi e indisciplinati, quando c’è umidità nell’aria o, ancora, se le lunghezze sono molto rovinate.

Il tocco in più

Per dare carattere al look basta un accessorio: un paio di forcine dai colori a contrasto, un cerchietto sottile o, al contrario, particolarmente ingombrante, una molletta che attiri l’attenzione su un ciuffo laterale. Semplici escamotage per dare sprint all’insieme, in pochi secondi e con un investimento minimo.

Talvolta bastano due mollette colorate e dare verve all’insieme. A riprova, l’hairstyling di Kendall Jenner (Getty Images).

Come appena uscite dalla doccia

Che cosa hanno in comune Kristen Stewart e Marion Cotillard, Jennifer Garner ed Emma Watson, Emilia Clarke e Rooney Mara, Saoirse Ronan e Stella Maxwell? La risposta, lo avrete intuito, è l’hairstylist di fiducia. Il fortunato, di nome Adir Abergel, va professando l’importanza della velocità a livello creativo («quando devi inventare un look all’ultimo momento non hai tempo di consultare Google») e pratico. «Uno dei momenti che ricordo con maggiore orgoglio fu la creazione di nove “teste” diverse per Anne Hathaway, in meno di un’ora e mezzo, quando vinse il premio Oscar nel 2013». Tra le soluzioni più rapide e a effetto rientra il wet look: estremamente versatile, si adatta tanto ai capelli corti e medi, quanto ai lunghi, che possono essere “unimiditi” interamente o solo parzialmente, sui lati o sulla sommità del capo. Complice ideale, in tutti questi casi, un gel o una pasta fissante dal finish glossy.

Il wet look nell’interpretazione, impeccabile, di Rooney Mara (Getty Images).

Chignon

Meghan Markle ne ha fatto un marchio di fabbrica: parliamo dello chignon spettinato con cui più volte si è presentata ai sudditi in occasioni ufficiali. Il dirty-hairdo, letteralmente “raccolto sporco”, può richiedere pochi secondi come interi minuti, in base al tipo di capello e all’effetto finale desiderato. «Chi ha ciocche mosse o ricce godrà di un volume naturale che i capelli lisci dovrannoricreare vaporizzando le radici con un push di lacca o spray salino», suggerisce Ennio Suggelli, hairstylist a Roma. «Quindi si procede formando la coda di cavallo – né alta, né troppo bassa – e arrotolando i capelli su di essa, fermandoli con un elastico “invisibile” o delle forcine preziose. Tocco finale: lasciare che qualche ciocca ai lati del viso sfugga al raccolto.

Lo chignon può chiacchierato delle ultime stagioni lo ha realizzato – in più occasioni – Meghan Markle (Getty Images).

Ferri del mestiere

Non si limita a pettinare le “amiche” Emily Blunt e Reese Whiterspoon, Lea Michele e Asley Benson. E all’attività di hairstylist, Sarah Potempa affianca una carriera da imprenditrice. Lo deve principalmente a Beachwaver, l’arricciacapelli che le ha dato la notorietà… e le ha fruttato la gratitudine di star e donne comuni. Si tratta di un ferro con cui lavorare le ciocche e ottenere morbide onde in pochi istanti. «Certo serve manualità, ma la semplicità d’uso dell’apparecchio fa la sua parte». Uno spunto prezioso: quando il tempo stringe e le ciocche appaiono fuori controllo, avvalersi di un hair-device in grado di definire il movimento può rivelarsi risolutivo.

Una passata con il ferro arricciacapelli richiede pochi minuti e movimenta anche il liscio più “spento”, creando onde morbide quanto quelle esibite da Keira Knightley (Getty Images).

 

 

 

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«Ora sono Nathan»: la top model Natalie Westling cambia sesso

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Il fashion system che tanto l’ha apprezzata sulle più prestigiose passerelle e campagne moda la conosce come Natalie. Classe 1996, 22 anni, chioma rosso rame e bellezza da quadro preraffaellita, Natalie, nata in Arizona, ha ufficialmente un nuovo nome: Nathan. A svelare la notizia del cambiamento di sesso al maschile di una delle modelle più ingaggiate delle ultime stagioni moda è la CNN, a cui la modella ha “presentato”, in esclusiva, il nuovo sé, ritratto da Collier Schorr.

Rappresentata dall’agenzia The Society, Natalie ha esordito nel 2013 per Marc Jacobs e si è conquistata in breve passerelle e campagne importanti: Prada, Chanel, Louis Vuitton, Dior, Versace, Prada, Alexander McQueen, Alexander Wang, Saint Laurent e Celine, entrando nella “Hot List” del sito models.com. L’ultima volta ha sfilato a settembre 2018, presenziando per Marc Jacobs e Louis Vuitton AI 2018/19, per poi sparire in un lungo silenzio, anche sui social. «Quello che vedo ora allo specchio è la versione maschile di me», racconta, trasformata da sei mesi di testosterone e circa 20 chili in più, lei che da ninfa da rivista patinata è rinata con l’aspetto di un ragazzino in equilibrio sullo skateboard.

La top model americana Natalie Westling, 22 anni, ora Nathan.

«È stato un viaggio incredibile, e sono davvero felice»: orgogliosa, racconta di aver trovato il coraggio di mettere fine ad un decennio buio d’ansia e depressione, durante cui nemmeno le luci scintillanti della moda sono riuscite a farle accettare quello che per lei era un corpo sbagliato, già dalla prima adolescenza. Il “nuovo” Nathan, orgogliosamente presentato al mondo anche dalla sua agenzia, prevede di sottoporsi ad ulteriori interventi chirurgici per completare questo viaggio.

«Ero arrivata ad un punto in cui ero stanca di esistere. Mi chiedevo come fosse possibile che le altre persone riuscissero a vivere semplicemente la loro vita, svegliandosi ogni mattina e sentendosi bene: io non potevo», racconta alla CNN. «I primi due mesi della transizione sono stati difficili, finché ho iniziato a vedere cambiamenti fisici che erano in linea con il mio stato mentale. E alla fine mi sono svegliato e ho iniziato a vivere. Non posso nemmeno immaginare di tornare a com’ero prima: era solo buio».

Natalie Westling nella campagna Dior PE 2015.

La storia di Nathan è rara nel fashion system: mentre sono molte e affermate le top transgender nate uomo, come la musa di  Riccardo Tisci Lea T, la brasiliana Valentina Sampaio o la bosniaca Andreja Pejić, così come quelle che devono il loro successo ad un aspetto che gioca con la fluidità di genere, come la belga Hanne Gabi Odiele (definitasi orgogliosamente “intersessuale”, ovvero affetta dalla sindrome di Morris: pur avendo un corredo cromosomico maschile ha sviluppato caratteri sessuali femminili, suggellati con una una ricostruzione vaginale a 18 anni) o l’americana Dilone, sono rari i casi in cui una top donna abbia deciso di abbracciare il suo lato maschile.

Nathan ha raccontato di non voler abbandonare il mondo della moda, certo che il fashion system, importante palcoscenico di temi come la bellezza e i diritti senza limiti di genere, saprà apprezzare (anche) il suo secondo esordio. Definitivamente maschile.

Natalie Westling con Karl Lagerfeld, sul set della campagna Chanel Pre Fall 2017.

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Nicole Kidman ritorna rossa e riccia come negli anni 90: la beauty evolution tra red e blonde

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Quando negli Anni ’90 Tom Cruise incominciò ad accompagnarsi ad un’australiana dai ricci capelli rossi, tutti si chiesero chi fosse. La cascata di boccoli color zenzero di una giovanissima Nicole Kidman ancora agli inizi della carriera, catturò subito i flash dei fotografi. Da allora sono passati quasi 30 anni, Nicole Kidman è una star planetaria mentre il suo ex marito Tom Cruise ha perso lo smalto di un tempo e lei sembra aver riscoperto il fascino proprio di quei capelli rossi sfoggiati agli albori, dopo aver passato (nel frattempo) quasi 20 anni nei panni della bionda.

Sono di qualche giorno fa, infatti, le foto che la ritraggono a New York, nell’Upper East Side, sul set di “The Undoing”, una nuova serie per la HBO, in cui interpreta il ruolo di una terapeuta. Il rosso contemporaneo che sfoggia oggi però è a ben guardare diverso da quello degli albori: si tratta più di una nuance tra il biondo fragola e il ramato, accompagnata da una cascata di boccoli lucidi e ben definiti. Un tipo di look quindi ben diverso dai ricci quasi afro e color zenzero che la caratterizzavano ai tempi di Giorni di Tuono, il film sul cui set conobbe Tom Cruise.

Ma la storia dei suoi cambi di look, sembra aver seguito di pari passo le evoluzioni della sua carriera, dato che durante il successo che l’ha accompagnata nei primi anni 2000, dopo la separazione da Tom Cruise, Nicole Kidman ha optato per un biondo sempre più chiaro, amplificato da uno styling liscio nelle occasioni importanti. Uno stratagemma per rendere più sofisticata la sua immagine di attrice sempre più affermata.

Il cambio di look attuale però sembra però aver raccolto consensi tra i suoi fan, dato che sono molti quelli che le fanno i complimenti, commentando la foto di backstage pubblicata dalla star sul suo profilo Instagram. Il ritorno alle origini della chioma inoltre, sembra andare di pari passo anche con quello che riguarda la sua fisionomia: sono ormai lontani, infatti, i tempi in cui Nicole Kidman faceva un uso spropositato del botox, tanto da arrivare a mettere a repentaglio la sua espressività sul grande schermo. Adesso invece, dopo il successo ottenuto in tv nei panni della Celeste di Big Little Lies, nessuno può più fermarla.

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La doppia anima di A-Derma, marchio etico che ama le sfide

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È un traguardo ambizioso quello che si pose, oltre 30 anni fa, il farmacista francese Pierre Fabre. Creare una linea di prodotti per il trattamento della pelle fragile. Tanto delicati da poter essere utilizzati fin dal primo giorno di vita. Tanto performanti da accompagnare i cambiamenti cutanei che caratterizzano il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, alla senilità. 

Appassionato di botanica, Pierre Fabre scelse l’avena quale ingrediente attivo delle proprie formule: ne valutò oltre 26 mila specie, arrivando a selezionare, nel 1998, l’Avena Rhealba®, caratterizzata dalla più elevata concentrazione di molecole lenitive. 

«Un’innovazione che ha segnato il debutto del marchio A-Derma», sottolinea la Senior Brand manager Elena Comin. «Un’etichetta unica, dalla duplice anima. La prima, di impronta medicale, la identifica quale punto di riferimento per dermatologi e pediatri, farmacisti e medici estetici». C’è poi la seconda anima, che ne sottolinea l’estrema naturalità. «Ancora oggi, tutte le formule A-Derma utilizzano l’Avena Rhealba® quale ingrediente-vedette. Una specie vegetale ormai estinta nel resto del mondo, di cui esiste un’unica coltivazione, nei terreni Pierre Fabre in Terre d’Avoine, una zona sud-occidentale della Francia, a pochi chilometri di Tolosa».

Uno scorcio della Terre d’Avoine, zona della Francia sud-occidentale, a pochi chilometri da Tolosa.

«Un angolo di natura incontaminata», lo definisce Elena Comin, che sottolinea l’approccio eco-responsabile adottato dall’équipe Pierre Fabre Agronomie nei processi di coltivazione, raccolta e lavorazione. «Il ciclo produttivo è a corto raggio, poiché si svolge interamente in Terre d’Avoine, a pochi chilometri dai campi – circa 26 ettari – in cui l’avena cresce rigogliosa».

La raccolta – in genere effettuata nel mese di maggio – avviene nel corso della dodicesima settimana di vita della pianta, «nel momento in cui le plantule – la parte utilizzata a scopo dermocosmetico – vantano la più alta concentrazione di principi attivi».

Una volta recisa, l’Avena Rhealba® viene trattata in tempi estremamente brevi, perché preservi intatta la propria efficacia: «si tratta di un principio attivo unico sotto molti aspetti, in grado di ristabilire l’equilibrio idrolipidico tissutale, di lenire rossori, prurito e irritazioni, di riparare la barriera cutanea superficiale».

Un altro angolo di Terre d’Avoine.

A oggi i prodotti A-Derma sono 54, suddivisi in 13 linee. Una gamma estremamente completa studiata per venire incontro alle esigenze delle pelli fragili e fragilizzate. «Condizione quest’ultima, riconosciuta a livello dermatologico», spiega Elena Comin. «Estremamente frequente nei primi mesi di vita e nella terza età, ma anche in particolari fasi dell’adolescenza e età adulta». A ulteriore riprova della delicatezza e della specificità dei trattamenti A-Derma, Comin sottolinea la scelta, da parte del team Pierre Fabre, di utilizzare le plantule dell’Avena Rhealba®, preferendole ai chicchi, «escludendo, così, qualsiasi rischio di reazione allergica».

 

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La risposta A-Derma alle “prime” smagliature è una formula dal cuore verde

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Ci sono avversari estetici che possono essere sconfitti in un solo round. E “pecche” con le quali conviene imparare a convivere, perché impossibili da debellare completamente. Le smagliature sono tra queste. 

Inizialmente simili a strie rossastre, con il tempo schiariscono fino a colorarsi di bianco. Tra i fattori scatenanti: una dieta squilibrata, un brusco dimagrimento, gli sbalzi ormonali che accompagnano la pubertà, la gravidanza, la menopausa. Situazioni che irrigidiscono la fibra cutanea, privandola della flessibilità necessaria ad adattarsi ai mutamenti del corpo. Così, sottoposta a forte tensione, la pelle paga la scarsa elasticità “strappandosi” e dando forma alle smagliature. Gambe e glutei il luogo d’elezione, ma non l’unico: spesso, a presentare il caratteristico aspetto a raggiera, sono anche braccia e décolleté, seno e addome.

Getty Images

Se la prevenzione rappresenta un primo, fondamentale step (combina una dieta ricca di vitamine, proteine, omega 3 e antiossidanti all’uso costante di creme specifiche), in presenza dei primi segni il consiglio è correre immediatamente ai ripari per ripristinare l’elasticità cutanea, attenuare la visibilità delle strie in formazione ed evitare che ne compaiano altre. 

Nasce a questo scopo A-Derma Epitheliale A.H Duo Massage: messo a punto dai Laboratori Pierre Fabre, attenua la visibilità delle strie recenti, favorisce il rimodellamento corporeo, lenisce la sensazione di fastidio e prurito talvolta associata alla comparsa di smagliature.

Un capolavoro formulistico: A-Derma Epitheliale A.H Duo Massage contiene estratto di plantule di Avena Rhealba®, qualità di avena coltivata esclusivamente nei terreni francesi della Terre d’Avoine, dove Pierre Fabre fondò l’omonima Casa dermo-cosmetica oltre 30 anni fa. Fortemente lenitivo, l’estratto green è affiancato da altri due eccipienti di comprovata efficacia: acido ialuronico e dipeptide L-ala-L-glu, combinazione di due amminoacidi (L-alanina e L-glutammina), in grado di contrastare l’iperpigmentazione causa dei segni evidenti a fior di pelle.

Getty Images

Altrettanto innovativa è la texture: si tratta, infatti, di un gel-olio dalla consistenza brevettata, fluida ma non untuosa, che si trasforma durante l’applicazione, studiata per favorire un massaggio prolungato delle aree interessate.
Due le applicazioni quotidiane suggerite: una al mattino sulla pelle detersa, la seconda la sera, prima di andare a dormire.

Esiste in due formati Epitheliale A.H. Duo Massage, da 40 e 100 ml.


Disponibile nel doppio formato da 40 e 100 ml (al costo, rispettivamente, di 12,90 e 19,90 euro), A-Derma Epitheliale A.H Duo Massage è disponibile presso le farmacie e le parafarmacie.

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Profumi: le novità e le tendenze olfattive della primavera 2019

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Cambiare o comprare un nuovo profumo è un gesto che segue spesso il cambio di stagione. Un po’ come capita aprendo l’armadio: normale desiderare qualcosa di nuovo da indossare, con cui archiviare l’inverno. Allo stesso modo, le fragranze sono il guardaroba della pelle: seguono emozioni, sensazioni, periodi, fasi. Non è un caso che sia stato scelto proprio il 21 marzo, l’equinozio di primavera, per festeggiare la Giornata Nazionale del Profumo 2019, con eventi in luoghi e sedi museali di tutta Italia: con la direzione artistica di Accademia del Profumo e il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico, l’iniziativa, giunta al terzo anno, ha lo scopo di valorizzare e diffondere tutto quel patrimonio nascosto di creatività, maestria e professionalità racchiuse in ogni boccetta (il calendario completo, sul sito dell’Accademia).

Ma l’inizio della primavera, con quell’aria di ritrovata leggerezza, rinascita e vitalità, si sente anche in profumeria. Le novità in arrivo sono molte, giocate su diverse note e ispirazioni, ma con alcune tendenze in comune. In cui ciascuna potrà trovare il nuovo “capo olfattivo” del cuore.

Imperativo freschezza

Primavera? C’è chi già guarda all’estate. È il caso del Maître Parfumeur Jacques Cavallier Belletrud, che, ampliando la famiglia delle fragranze Louis Vuitton, ha sviluppato il tema della freschezza in tre nuove composizioni olfattive acquatiche come colonie, ma persistenti come eau de parfum. Il sole battente, le distese di cactus, un piscina ghiacciata: immagini vivide, composte con pregiati ingredienti esotici e italiani, sono un’ode ad una sfavillante e rovente estate californiana: “Sun Song” è il sentore dei raggi di sole sulla pelle bagnata, all’acqua di fiori d’arancio e limoni italiani; “Cactus Garden“, ultra raffinato, profuma di polpa verde grazie al tè mate, la bevanda della longevità delle foreste dell’Amazzonia e ad una qualità eccelsa di bergamotto di Calabria; “Afternoon Swim” è un tuffo pomeridiano in piscina, con un inebriante cocktail di agrumi e zenzero. Più accesi che mai anche i  flaconi, in tre audaci colorazioni pop e pack a tema interpretati dall’artista Alex Israël, che ha tradotto in illustrazioni a colori lo spirito vivace della West Coast. In formato riempibile alle “fontane profumate” presso le boutique Louis Vuitton, dall’11 aprile.

Frizzanti agrumi, dal bergamotto al lime, mixati con note marine e fiori bianchi risuonano in diversi bouquet che teletrasportano al mare: Aerin Aegea Blossom, ispira al profumo dell’azzurro del Mar Egeo, luccicante sotto il sole di agosto. Atelier Cologne Pacif Lime, in bilico tra lime e acqua di cocco, è il cocktail a pelle per una festa a sorpresa su una spiaggia da sogno in Messico, mentre Le Couvent des Minimes Les Parfums Remarquables Palmarola, è un’evasione olfattiva alle isole pontine. E siamo solo ad aprile…

Cactus e tè, le note più cool

Non solo Louis Vuitton scommette su cactus e thè come note olfattive più esclusive di stagione. Anche Arizona Collector Edition, la prima fragranza femminile firmata Proenza Schouler ora “vestita” di una stampa moda, racchiude il fascino del deserto della California giocando con un accordo raro di fiore di cactus, inafferrabile vista la sua fioritura una volta l’anno, dal sentore floreale terroso. E il tè, ma una preziosa varietà dalle foglie blu, il Blue Chai, che cresce sulle alture del Tibet, è anche l’ingrediente esclusivo del nuovo Blue Tea by The Merchant of Venice, che ha scovato questo tesoro olfattivo mai utilizzato prima in una fragranza sulla via della seta di Marco Polo.

Peonia e violetta, le regine dei fiori

Non c’è dubbio su quale sia il fiore di punta di questa primavera olfattiva: la peonia. Fiore tra i più venerati in Oriente, portatrice di fortuna e prosperità, simbolo di nobiltà d’animo e bellezza pura, la “rosa senza spine”, con i suoi delicati sentori femminili più delicati e rarefatti, è la regina dei nuovi bouquet: da Prada Candy Night, il profumo di una femminilità estroversa, impulsiva e stravagante, che la mixa con l’ arancia amara, l’aldeide di iris, patchouli e una scia irresistibile di cacao a Lancôme La Vie est Belle Eau de Toilette, una scia rosa di ottimismo e pura felicità costruita proprio intorno a questo fiore. Trionfa, assoluta, in Dolce e Gabbana Dolce Peony, una dedica già dal nome: la nuova Eau de Parfum regala la sensazione si essere sdraiate in un sontuoso giardino in fiore. Ma ancora, Yves Saint Laurent Beauté Mon Paris Parfum Floral, che profuma di un travolgente amore appena nato: pesca, rosa bianca, peonia, magnolia e fiori d’arancio.

Corteggiatissime, nei bouquet, anche la viola e violetta: Jo Malone Violet & Amber, sposa una varietà britannica con oud e ambra da Mille e una Notte, al più dirompente Gucci Guilty For Her, in cui incontrano il mandarancio di Cipro, pepe rosa, olio di geranio e patchouli. Guerlain La Petite Robe Noire Robe Velours Eau de Parfum, un equilibrio sofisticato di violetta e rose nere, trasforma in fragranza l’intramontabile tubino nero. In Miller Harris Violet Ida è quasi pura, vintage e nostalgica, mentre in Tom Ford Private Blend Reserve Collection Black Violet, è ultra ammaliante, insieme a prugna, agrumi e accenti legnosi unisex.

Positività e gioiosa femminilità il messaggio olfattivo della peonia, delicatezza e profondità di sentimenti quello di viola e violetta: chiaro con che spirito affrontare la primavera?

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Obiettivo idratazione: le creme e i sieri idratanti di primavera

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Pelle fresca come un bocciolo. Sana, dissetata. Dopo il freddo dell’inverno, per riaccendersi di vitalità, la pelle ha bisogno dell’ingrediente chiave della beauty routine a tutte le età. L’acqua, la fonte della vita, d’altronde. «Per una pelle definibile bella e sana non si può fare unicamente affidamento a formule di rimedio come gli anti age, ma occorre una routine capace di contrastare attivamente l’invecchiamento cutaneo tutti i giorni. Da dove incominciare? Dal primo fattore per importanza: la corretta idratazione», spiega la dottoressa Mariarosa Gaviglio. «L’acqua è presente al 70% nel derma e circa al 13% nell’epidermide, e circola in maniera armoniosa dal primo al secondo strato, e non dovrebbe evaporare eccessivamente in superficie. L’idratazione epidermica ideale è quindi frutto di un meccanismo delicato» spiegano dai laboratori Uriage. Non è un’esagerazione quindi definire la crema idratante la regina assoluta del beautycase: da questo dipende la freschezza la pienezza, il cosiddetto “glow” e l’equilibrio fondamentale della pelle.

L’acido ialuronico è l’ingrediente super star su cui puntare: in diversi pesi molecolari, da solo è in grado di dissetare, rimpolpare a diversi strati, l’epidermide. Nel profondo, attua un’azione riempitiva e rivitalizzante, mentre in superficie, un effetto tensore e liftante immediato. Validissime anche le acque termali, racchiuse in molte formule, più o meno liquide, ricche di oligoelementi come zinco, rame e magnesio che riforniscono la pelle di ingredienti essenziali.

Ma la miglior strategia è combinare l’azione idratante ai giusti attivi di supporto: gli antiossidanti, che, in sinergia, pensino a contrastare attivamente la vera origine dell’invecchiamento cutaneo, i radicali liberi, le “sostanze di scarto” prodotte dal metabolismo cellulare che agenti esogeni (inquinamento, raggi solari, smog) ed endogeni (ansia, stress, vita sregolata) non consentono di smaltire correttamente. Risultato: stress ossidativo, tradotto in disidratazione, pelle spenta, irritazioni, segni di stanchezza.

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Frutti rossi, vitamine, fiori esotici, alghe: c’è solo da sperimentare quale sia il più efficace per ciascuna. Se Caudalie sfrutta il brevetto dei polifenoli di vinaccioli d’uva, tra i più potenti anti-ossidanti presenti in natura, Dior rilancia con le virtù del fiore di malva, dall’alto potere auto-idratante e rinforzante della flora cutanea declinati in formule sempre più trasformiste, e Chanel con il prezioso estratto di Camelia Alba, fiore emblematico per Mademoiselle Chanel particolarmente affine alla pelle, e del Blue Ginger, detossinante. Estée Lauder spreme un concentrato di estratti di melograna, super-frutto dall’elevato potere detox e rivitalizzante, mentre Lancôme combina attivi green (bacche di Goji, melissa francese e genziana) che neutralizzano i radicali liberi e regalano alla pelle una sferzata di energia. E novità interessanti arrivano anche da lontano, da brand dall’anima etica e vegana come Madara, dalla Lettonia, forte di un estratto esclusivo di radice di peonia nordica o Tata Harper, che nelle sue formule infonde estratti di fiori autraliani e funghi rari. Tutto il meglio delle proposte di stagione nella gallery.

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Make up occhi: verde, azzurro, rosa, giallo, è tendenza full color

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C‘erano una volta i pastelli. Invadevano i beautycase a inizio primavera, impalpabili frammenti di polvere rosa garanti di make up eterei e romantici, e rimanevano inossidabili fino all’estate, prepotente a imporre ben altre cromie. Resistono, ma la bella stagione alle porte ha un passo più spregiudicato e dinamico, fatto di tinte accese, da stendere sugli occhi senza timore che sia troppo. Vibrano i blu, specie gli elettrici, da soli o abbinati ai verdi, si accendono rossi e arancio, rigorosamente bold, stesi su qualsiasi tipo e colore di pelle, dalle diafane a quelle più scure.

Ispirazione cittadina e moderna

«È un make-up che nasce come crocevia tra la street art, il mondo delle discoteche e l’underground,  prende ispirazione da quello che i nostri occhi sono abituati a vedere, da ciò che ci circonda, come i graffiti o i murales coloratissimi delle nostre città», spiega Michele Magnani, Global Senior Artist MAC Cosmetics. «Uno spunto che nasce, ovviamente, anche dal mondo della moda, sempre più colorata, sia nei capi primaverili che in quelli del prossimo inverno». Nessuna fascinazione anni Ottanta, però: «A questo trend mancano le linee stilistiche tipiche di quel periodo, anche se il colore è ugualmente potente. Ieri si usavano più colori insieme, sfumati, oggi vince il monocromatico, decisamente moderno, un colore presente, protagonista assoluto». Va da sé che non si tratta di look che aspirano a ricreare un effetto beauty classico, scelti per il desiderio di essere più belle, perché grafismi impattanti di questo tipo sottolineano la personalità di chi li indossa, spiccata e senza timori. È il punto distintivo di questo tipo di make-up».

Gigi Hadid, Grace Elizabeth (@hungvanngo Instagram).

Dalle passerelle alla vita quotidiana

È una delle cose più difficili da fare, trarre ispirazione da passerelle e red carpet senza rischiare di scivolare nel ridicolo o di essere fuori luogo, perché non sempre ciò che sotto i riflettori appare perfetto lo è anche in situazioni di vita «normale». Ma la soluzione c’è. «Se si vuole davvero giocare con un trucco di questo tipo è necessario abbattere tutte le idee di make-up classico, pensando al colore come a un accessorio da indossare, magari abbinato a qualcosa del proprio outfit, affinché venga contestualizzato», svela l’esperto. Un conto è andare in discoteca, insomma, dove ogni schema può essere abbattuto con la ricerca dell’inaspettato, un altro muoversi nel quotidiano senza essere una diva o una cantante pop. Basta stendere un tocco di colore nella palpebra mobile che riporti a un elemento del look, come se accessoriassimo il makeup per renderlo piu giocoso e divertente. È un trend che invita a sperimentare e a indossare i colori più umorali, che fanno star bene in quel momento».

Texture e segreti da make-up artist

«Il segreto per ottenere colori così vividi è picchiettare una base in crema sulla palpebra e poi applicare sopra una polvere, con il polpastrello o con un pennellino. La base cremosa rende la polvere più viva e brillante», consiglia Magnani. Un colore che deve vedersi. «Più forte è meglio è, quasi a farsi fluo, per seguire la tendenza in pieno, ma volendo nel quotidiano il colore si può anche sfumare, per dare vivacità senza estremizzare il make-up».

Dimenticare gli abbinamenti di colore

Importante, anche, non pensare ai classici abbinamenti tra colori delle iridi e make-up. «Ci si sta allontanando sempre più da questo concetto. Il colore è una scelta stilistica, tutti vanno bene per tutti i tipi di occhi e visi. Non esistono vincoli veri e propri in questo gioco pop, conta di più sapere bilanciare il resto del trucco». Qualche regola, però, c’è. «La pelle deve essere una base perfetta, curata nei dettagli, quindi idratazione prima di tutto, preferibilmente labbra nude o un colore appena accennato che valorizzi al massimo il focus occhi. Le più esperte potranno giocare con nuove geometrie di eyeliner, che si fa più spregiudicato, mentre, per tutte, mai dimenticare il blush. Che sia appena accennato sulla gota, deve dare freschezza e leggerezza, non un altro grafismo. Allora sì che torneremmo negli Eighties, e non sarebbe un bel vedere».

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Insta-make up: il trucco “effetto naturale” che perfeziona la pelle senza farsi notare

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Ci sono proprio tutte. Dalle top model del momento, come Gigi e Bella Hadid, Kendall Jenner e la sorella Kylie, (che, a 21 anni, proprio con i cosmetici ha costruito un impero self made superiore a quello del magnate di Facebook, Mark Zuckerberg, alla stessa età) fino a Madonna, Julianne Moore, Gwyneth Paltrow, (a 46 anni, radiosa come la figlia Apple, 15) e le top di ieri alla riscossa come Cindy Crawford, Amber Valletta & co: tutte a postare selfie in cui appaiono bellissime, “glowy”, radiose. Difficile credere agli hashtag a commento: #nomakeupselfie (sono struccata), #nomakeupmakeup (sono truccata ma non si vede), #iwokeuplikethis (mi sono svegliata così), #naturalbeauty. “The big lie of social no-makeup”: il concetto di bellezza naturale, sui social, è tutta una grande bugia, titolano celebri testate beauty internazionali. “Vestita”, o è il caso di dire “truccata” e “filtrata”, nel più delle volte, tanto bene da sembrare reale.

«I social hanno creato una nuova categoria estetica: l’hyper real beauty”, una bellezza ultra reale, troppo perfetta per esserlo davvero, ma da cui però, si finisce per credere, o almeno, lasciarsi influenzare» commenta Michele Magnani, senior artist MAC Cosmetics Italia. «Lo star system fa a gara per apparire il più belle possibile, in un modo – paradossalmente – più autentico che mai. Proprio là dove tutto è modificabile, perfezionabile in un tocco, tra una funzione “blur” che sfuma e un “resize” che aggiusta proporzioni e simmetrie dei volti, loro, le più osservate del pianeta, sembrano dire: “noi invece siamo proprio così, bellissime con poco, semplicemente ben truccate, o il meno possibile, lo giuriamo”. «E così, è come se il nostro occhio e il nostro giudizio si fossere ritarati su quell‘idea di “natutale perfezione” che parte soprattutto dalla pelle, sempre limpida e luminosa».

Effetti digitali

Si è parlato di beautygate, pochi mesi fa, quando si è scoperto che alcuni nuovi modelli di iPhone, per un errore di sistema, ritoccavano automaticamente i selfie, regalando pelli ultra lisce senza che l’utente ne avesse espressamente fatto richiesta. Ma se questo è stato un “bug” risolto con qualche aggiornamento, di fatto, la “funzione filtro bellezza” è una tendenza reale. Che ha preso forma soprattutto nella cosmesi: i pezzi make up più venduti al mondo sono le basi. Che definire solo fondotinta, ciprie e correttori è ormai davvero poco.

È nata un’intera categoria di cosmetici che imitano, davanti allo specchio, le “funzioni digitali”: levigano, illuminano, contrastano, liftano. Primer, bb, cc cream, a metà fra make up e skincare: «Le donne cercano prodotti che consentano loro di vedersi al meglio possibile, senza sembrare esageratamente truccate, ma “perfezionate” per magia» spiega Hung Vanngo, make up artist star di Instagram. Si punta ad una “believable perfect skin”, aggiunge dice Diane Kendall, che indica il tema della credibilità come maco tendenza trucco di stagione. «Un make up è definibile moderno quando è convincente, realistico. La nuova perfezione passa per un maquillage “low-key”, con pochi, pezzi, assolutamente performanti, che regalino un look “unforced”, naturale ma ben costruito, calibrato. Perfezionare senza mascherare la pelle: c’è una sottile, ma determinante, differenza».

Gigi Hadid, 23 anni (@gigihadid).

Pelli cosmetiche

Il “filtro base” vincente? Combinare skincare e make up. Le adepte al trucco glowy non solo non riparmiano in sedute dai facialist più celebri di New york e Los Angeles, ma ai loro “prodotti magici” di skincare si affidano quotidianamente. I prodotti più instagrammati? I sieri “tuttofare” idratanti, liftanti e illuminanti di Tracie Martyn, facialist degli angeli di Victoria’s Secret, Julia Roberts e Karlie Kloss prima di ogni evento che conta, così come le creme della Dottoresa Barbara Sturm, specializzata in trattamenti anti-aging (sua l’invenzione del Vampire facial, il trattamento che sfrutta le piastrine del sangue) al cui hashtag #SturmGlow si fotografano Emily Ratajkowki, Victoria Beckham, Gwyneth Paltrow, e Irina Shayk, o le creme studiate per la rigenerazione delle pelli ustionate dal professore di medicina rigenerativa Augustinus Bader, must per Margot Robbie, e Dakota Johnsson. Perfino Charlotte Tilbuty, guru inglese dei grandi eventi, si è creata una “magic cream” ad hoc come base per i look delle sue celebri clienti (Amal Clooney, Rachel Weisz, Amy Adams). E così, nei backstage, maestri come Peter Philips di Dior e Tom Pecheux di Yves Saint Laurent Beauté trattano la pelle delle modelle con sieri e oli effetto glow che risvegliano il microcirolo, accendono il colorito, distendono i tratti. Meglio di Photoshop.

No-filter

Il trucco-non trucco che spopola sui social punta a togliere più che ad accumulare prodotti. La regola numero due è quindi eliminare strati e materia evidente, per lasciare la pelle come nuda ma, per magia, perfetta. In questo entrano in aiuto le nuove texture, rivoluzionarie sulla pelle, che permettono di realizzare basi in totale trasparenza e leggerezza. «Il concetto di stratificazione è del tutto superato, anzi, la tendenza è l’invisibilità: la pelle deve sembrare nuda, ma incredibilmente perfetta» spiega Olivier Echaudemaison di Guerlain. «Consiglio di applicare il correttore direttamente dopo la crema giorno e prima del fondotinta: la copertura delle imperfezioni è più precisa, mentre il fondotinta farà da filtro impalpabile che uniforma il tutto: Les Beiges Eau de Teint, in arrivo ad aprile, è un’acqua che evapora rilasciando pigmenti smart» anticipa Silvia Dell’Orto, make up artist Chanel.

Izabel Goulart, 34 (@izabelgoulart).


E se, nell’era dell’inclusività, trovare la nuance ideale per la propria pelle è facilissimo, ora è possibile anche modularne il finish: «Con il fondotinta Dior Forever, in versione Mat e Glow, si può scolpire il volto con la sola luce: applicando la formula opaca nella zona centrale del volto e quella più luminosa su gote e zigomi, si accentuano i volumi con un contouring impercettibile» racconta Davide Frizzi, national make up artist Dior.

Irina Shayk, 33 (@irinashayk).

In giusta luce

È una legge della fisica: la luce nasconde difetti e imperfezioni della superficie su cui si riflette. E così accade, sul volto, con le giuste texture. Una “sublime skin” è la firma della make up artist più potente del mondo, Pat McGrath, che usa il suo illuminante Skin Fetish in balsamo-stick in tutti i backstage (Versace, Givenchy, Valentino). E il make up artist che dà lezioni di trucco glow sulle sorelle Hadid, Patrik Ta, suggerisce: «Applicate fluidi o texture cremose dense di pigmenti riflettenti sui punti più in rilievo del viso come gli zigomi, le tempie, il naso, il centro delle labbra: quel bagliore sugli zigomi ad ogni movimento (o inquadratura) regala un effetto #glasskin, una pelle “specchiata” ultra fotogenica che fa sembrare sempre fresche e riposate». Anche blush e bronzer vengono utilizzati in chiave il più realistica e meno cosmetica possibile: devono imitare il delicato rossore di una giornata ai primi raggi del sole, del primo colorito che affiora, di una corsa all’aperto. La perfezione, insomma, non esiste. Neanche sui social. Essere bellissime, si diceva, è tutta questione di astuzie. E piccole, “cosmetiche”, bugie.

Julianne Moore, 58 (@juliannemoore).

 

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Pochi ingredienti, ma (molto) buoni: A-Derma apripista del “clean & green”

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Non sono molti i marchi dermo-cosmetici che possono vantare un’attenzione estrema alla pelle e, parimenti, alla natura. Il più delle volte, la rincorsa alla massima efficacia la spunta su argomenti quali la salvaguardia paesaggistica dell’area di produzione, l’impatto che i processi lavorativi hanno a livello ambientale, la possibilità che vasetti e flaconi in plastica rimangano in circolazione nei decenni a venire. Non è questo il caso di A-Derma: creato oltre 30 anni fa dal farmacista francese Pierre Fabre, il marchio non è mai venuto meno alla promessa iniziale, vale a dire offrire prodotti adatti alle pelli più fragili, nel rispetto della natura.

Una forma di rispetto che il tempo e un’expertise sempre maggiore hanno favorito enormemente. «Il nostro approccio alla cosmetica si riassume in due parole: clean e green», spiega Cristina Terragni, Direttore di marca. «Clean come pulito: nelle nostre formule si trovano solo gli ingredienti strettamente necessari. Banditi, quindi, gli eccipienti controversi quali siliconi, emollienti petrolchimici, paraffina, vaselina… Mentre green sta ad indicare la nostra predilezione per le materie prima di derivazione naturale».
Non è un caso che la filosofia del Clean & Green sia stata tradotta in un “timbro” che figura sui packaging A-Derma. Assieme ad altri che ne attestano, appunto, la forte coscienza ecologica. Qualche esempio: il logo Botanical Expertise certifica che il brand condivide l’approccio ecosostenibile del gruppo Pierre Fabre nello sviluppo di attivi vegetali innovativi, sicuri ed efficaci. Mentre il “bollino” FSC attesta la provenienza sostenibile dei packaging in cartone: «contemplati solo se strettamente necessari, provengono da foreste gestite consapevolmente dall’ente Forest Stewardship Council, nato nel 1993 a tutela di foreste e piantagioni», spiega Terragni.

Getty Images

A oggi, il 100 per cento dei prodotti a risciacquo firmati A-Derma è completamente biodegradabile. Non solo: «è stato avviato nel 2017 il piano che prevede la riformulazione di tutti i nostri soin affinché raggiungano la più alta percentuale possibile di naturalità», spiega Cristina Terragni. «Siamo fiduciosi, dal momento che i prodotti ultimi nati possono già vantare una composizione in attivi naturali pari al 98 per cento». È il caso di Epitheliale A.H. Duo Massage, gel-olio specifico per il trattamento delle smagliature e delle piccole cicatrici.
Al suo interno, come peraltro in tutte le formule A-Derma, si trova l’Avena Rhealba®: selezionata tra oltre 26 mila specie di avena, si è rivelata la più interessante dal punto di vista dermatologico in virtù dell’estrema ricchezza in attivi lenitivi. Estinta nel resto del mondo, sopravvive in Francia grazie all’equipe Pierre Fabre: «viene coltivata in Terre d’Avoine, un’area estesa su 26 ettari nei pressi di Tolosa, secondo le norme dell’agricoltura biologica, quindi in assenza di pesticidi, fungicidi e ogm», precisa Terragni. Dalla raccolta e lavorazione dei germogli – o plantule – A-Derma ricava un principio attivo sicuro ed efficace nel dare sollievo alle pelli fragili. «È motivo d’orgoglio, per noi che lavoriamo in Pierre Fabre e ne condividiamo la visione, poter proporre formule cosmetiche tanto delicate da poter essere utilizzate fin dal primo giorno di vita. Con la certezza di portare alla natura lo stesso rispetto che portiamo alle pelli vulnerabili».

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Colore capelli: Bella Hadid abbandona il castano e torna “dirty blonde”

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La primavera porta con sé voglia di cambiare, anche solo colore capelli. Lo sa bene Bella Hadid, che ha postato la sua nuova versione biondo-ramata: “Back to dirty blonde, back to my roots!”, scrive a commento. In effetti, sulla top tra le più pagate del pianeta, il biondo ha il sapore di un ritorno alle origini: la sua chioma naturale è bionda, come dimostrano anche le foto d’infanzia postate dalla madre Yolanda sul suo profilo, da cui ha ereditato i colori.

Poi però è arrivato il successo, di seguito a quello della sorella maggiore Gigi Hadid, e le dinamiche del mondo della moda hanno deciso per lei, portandola a optare per un colore castano scuro che la contrapponesse alla bionda e già celebre sorella maggiore.

Il colore di capelli attuale però, a ben guardare, non è un biondo vaniglia, ma è più simile a un fragola ramato, e rappresenta la perfetta transizione verso il chiaro anche per la più reticente delle castane. Si tratta di un biondo in sintonia anche con quello proposto da alcuni saloni questa primavera: come il “dirty blonde” fdi punta nei saloni Toni&Guy, che s’ispira allo stile degli skater dei primi Anni ’60, i cui capelli sottoposti a lunghe ore al sole si schiarivano in modo naturale ma deciso fino a un biondo neutro.

Ma quali saranno gli altri tipi di biondo che ispireranno la stagione? Per La Compagnia della Bellezza sarà ancora l’anno del Vanilla Chai, ma anche dei biondi ispirati ai riflessi delle pietre preziose, come già decretato da Salvo Filetti. A ciascuna il suo. La chiave? Che sia sempre all’insegna della naturalezza, come vuole il trend del momento.

Leggi anche: rivoluzione castano, da Charlize Theron a Cate Blanchett

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Da Harrison Ford a Jason Momoa, gli attori che piacciono (anche) grazie alla cicatrice

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Se il film I pirati dei Caraibi ha fatto breccia nel vostro cuore, sappiate che trama a dialoghi c’entrano solo fino a un certo punto. Stessa cosa dicasi di pellicole quali Scarface, Bastardi senza Gloria, I guardiani della galassia, Arrow. Se li ricordate con piacere, può essere merito di un dettaglio in grado di rendere unico – e indimenticabile – il protagonista maschile. E cioè la sua cicatrice.

Fake, ma di fascino, la cicatrice di Aldo Raine, il personaggio interpretato da Brad Pitt nel film Bastardi senza gloria (Pinterest).

Agli occhi femminili, infatti, un volto (ma anche un’area del corpo) maschile “marchiato” da un segno indelebile appare attraente perché spia di un temperamento avventuroso e virile. La conferma da uno studio condotto dalle Università di Liverpool e Stirling: 147 le donne invitate a selezionare i volti maschili più attraenti tra quelli ritratti nelle fotografie mostrate loro. Una sfida vinta a man bassa dai visi segnati, appunto, da cicatrici, considerate simbolo di mascolinità, forza e audacia.

L’attore Stephen Amell nei panni di Oliver Jonas Queen, protagonista (con cicatrici) della serie Arrow (Pinterest).

Un secondo, curioso dato è emerso dallo studio, in seguito pubblicato dalla rivista Personality and individual differences. E cioè che, a dispetto di una carica sensuale invidiabile, gli uomini “segnati” sono risultati appetibili ma solo per relazioni mordi e fuggi. Il motivo? «Le donne coinvolte hanno associato le cicatrici a un temperamento focoso, sinonimo di virilità e di un alto livello di testosterone», conferma Robert Burriss, coordinatore dello studio assieme a Hannah Rowland e Anthony Little. «Tuttavia gli uomini dal volto “intatto” sono stati giudicati più attenti e protettivi, dunque ideali per una relazione a lungo termine».

Come non restare ammaliate dalla (finta) cicatrice a croce del pirata Jack Sparrow, alias Johnny Depp? (Pinterest).

Premessa, questa, che non toglie fascino agli esponenti del grande schermo che esibiscono cicatrici “fake”, men che meno a coloro – attori, ma anche cantanti – che ne hanno di autentiche. Joaquin Phoenix sul labbro, Jason Momoa sul sopracciglio sinistro, Harrison Ford sul mento, Jeffrey Dean Morgan sullo zigomo destro… dettagli ai quali non solo abbiamo fatto l’abitudine, ma che ricerchiamo con piacere, perché concorrono a rendere il loro viso unico e riconoscibile. 

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Acne da stress: i consigli del dermatologo e la beauty routine delle star

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Si scrive stress, si legge acne. Equazione cutanea valida per un numero sempre maggiore di persone. E non, come verrebbe spontaneo pensare, giovani adolescenti, bensì donne e uomini ormai adulti, vittima di “fioriture” improvvise.
«Anche detta acne tardiva, compare più facilmente in chi ne ha sofferto durante la pubertà», spiega Marco Mariani, dermatologo a Como. Niente a che vedere con i brufolini che compaiono se pecchiamo di gola o trascuriamo una corretta pulizia del viso. Si tratta di una vera e propria patologia, la cui diffusione sta suscitando l’interesse di medici e dermatologi.

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«Sia chiaro: nulla di grave, né irreparabile», tiene a sottolineare l’esperto. «Dal punto di vista pratico, l’acne tardiva – o matura – è una ipercheratosi con colonizzazione batterica e infiammazione. In parole povere, la conseguenza visibile di un processo infiammatorio a carico della pelle. 

Tra le cause scatenanti, lo stress la fa da padrone: «quando siamo sotto tensione il nostro organismo produce sostanze cosiddette pro-infiammatorie, a loro volta in grado di indurre la formazione di tossine inquinanti per gli organi interni», commenta Mariani. «A questo si aggiungono il fumo, una scorretta routine cosmetica, gli scombussolamenti ormonali che accompagnano il ciclo mestruale e la gravidanza». Chi ne fa le spese, a livello superficiale, è la pelle, che si “appanna”, diventa untuosa e perde idratazione. Da qui alla comparsa di comedoni e micro-cisti il passo è breve.

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 Zona d’elezione è il viso, ma l’acne tardiva può interessare anche mento e collo, décolleté e schiena. Con una predilezione particolare per le donne, come testimoniano gli scatti social – al netto di filtri – di Kendall Jenner e Cameron Diaz, Keira Knightley e Megan Fox, Bella Thorne e Lorde, Ashley Benson e Rihanna.

Kendall Jenner, vittima illustre dell’acne tardiva (Getty Images).

Quando si parla di acne da stress, insomma, le celebrità non possono chiamarsi fuori.
Un indizio inequivocabile, in questo senso, lo ha offerto il sito Celebrity Close-up, raccolta di scatti che ritraggono decine di celebrities a distanza ravvicinata. Fresca di anniversario (ha compiuto 10 anni lo scorso gennaio), la piattaforma ha osato mostrare quel che strati di maquillage avevano fino a quel momento camuffato, vale a dire rughe, occhiaie, ritocchi chirurgici e, appunto, brufolini.  Da “vittima di imperfezioni”, tuttavia, le star hanno saputo trasformarsi in ambasciatori di un messaggio positivo. E mettendo da parte fondotinta e opzioni-filtro, sono uscite allo scoperto per sdoganare quella che negli Stati Uniti è già stata ribattezzata “acne delle donne in carriera”. Con il volto di Justin Bieber, per ora unico esponente maschile, a fare compagnia ai selfie delle colleghe.
Nessun desiderio di mettersi in mostra, in questo caso: il loro vuole essere un messaggio positivo, un incoraggiamento ad accettare gli inestetismi con il sorriso sulle labbra. Ed essendo i brufoli ancora più democratici della cellulite (che i signori uomini li risparmia), allora tanto vale metterli in piazza e dedicare loro l’hashtag #acnepositivity.

Anche la cantante Lorde, come molti “colleghi”, non fa mistero dei suoi problemi di acne (Getty Images).

Se il problema si presenta con frequenza, consultare un dermatologo può aiutare a individuarne cause e rimedi con precisione. «La valutazione di uno specialista serve soprattutto a individuare terapie idonee a sfiammare la pelle», conferma Marco Mariani. Ciò che non toglie che una corretta gestione della proprio pelle possa bastare, da sola, a fare fonte alle fioriture sporadiche.

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Una corretta detersione quotidiana della pelle è un primo, fondamentale step: «ma senza farsi prendere la mano», interviene il dermatologo, «per non intaccare le naturali difese cutanee. No, quindi, a formule eccessivamente aggressive, manipolazioni vigorose, esfoliazioni ravvicinate». Da inserire in agenda, invece, scrub da effettuare a casa con formulazioni che favoriscano il rinnovo cellulare in sinergia ad azioni anti età, emollienti e calmanti. «L’azione pulente servirà ad asportare le cellule morte dello strato corneo, facilitando la traspirazione cutanea e favorendo l’assorbimento da parte degli strati superiori dei cosmetici applicati successivamente. Tra questi, i più indicati hanno effetto lenitivo e fortemente idratante». La consistenza ideale è leggera, tipica delle creme cosiddette sorbetto, che non occludano i pori e, appena applicate, conferiscono un’immediata sensazione di freschezza. Almeno una volta alla settimana, infine, il consiglio è applicare una maschera ad azione comedogenica, per normalizzare la presenza di punti neri.

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Altrettanto importante è la scelta dei prodotti di make up: al bando fondotinta molto coprenti, dalla consistenza corposa e alle basi in polvere, responsabili di aggravare il quadro clinico. La copertura ideale è quella offerta da fondotinta fluidi oil-free.

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Rivolgersi a un dermatologo può essere necessario in presenza di esiti cicatriziali. In altri termini, se ci accorgiamo che i brufolini, benché scomparsi, hanno lasciato un segno visibile a fior di pelle: una macchiolina tenue, un lieve ispessimento o un leggero avvallamento. «Prima di intevenire, l’esperto verificherà se il segno è pronto a essere trattato», spiega il dottor Mariani. «La presenza di un arrossamento locale, per esempio, indica che l’infiammazione è ancora in atto e segnala che qualunque tipo di intervento sarebbe prematuro». In studio si può agire ricorrendo a tecniche diverse in base a tipo di pelle e imperfezione: «se gli esiti cicatriziali sono lievi un peeling è la soluzione più adatta. A base di acido glicolico, esfolia la pelle levigandola e riducendo, così, la visibilità dell’avvallamento. In alternativa, se ispessimenti e bucherelli sono più profondi, si possono effettuare sedute di radiofrequenza per stimolano l’attività dei fibroblasti, restituire turgore alla pelle, raffinare la grana cutanea». Tempistiche e modalità sono appannaggio dello specialista, che stabilirà quante sedute impostare e a quale intervallo di tempo, in base alla situazione di partenza.

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Invitata a nozze? Per l’acconciatura, l’ispirazione arriva da Instagram

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Primavera, non solo tempo di indossare capi più leggeri e voglia di novità sul fronte beauty, dal make-up ai tagli di capelli, ma anche stagione per eccellenza dei matrimoni, perché è vero che ormai per dirsi «sì» va bene qualsiasi periodo dell’anno ma le giornate più calde restano le preferite per fare il grande passo. E se le spose sono da mesi in trepidante attesa e hanno ormai tutto pronto, le invitate possono concedersi ancora indecisioni, specie sul fronte acconciatura.

L’acconciatura perfetta

«Alla base dell’acconciatura da perfetta invitata c’è l’idea di decostruire, per creare look mai statici dallo stile informale» suggerisce Salvo Filetti, Hair Designer Compagnia Della Bellezza. «I capelli sono liberi, sciolti, anche quando vengono raccolti. Questo nuovo bon ton informale vede onde mai troppo definite, intrecci dal gusto wild e fanè, perché volutamente “strecciati”, raccolti semplici ma impreziositi da fiori e decorazioni, mollette, fasce, foulard, elastici che arricchiscono senza banalizzare». Una regola aurea che vale anche per i capelli corti. «Vengono magnificati dall’uso di accessori come un semplice cerchietto o un foulard annodato attorno al capo, che fanno subito contemporary chic, semplici, per dare un tocco unico e personale a un pixie o a un bowl cut», aggiunge Filetti.

A metà tra una coda e una treccia è sofisticata ma portabilissima questa acconciatura, ideale per un’invitata a nozze (Compagnia Della Bellezza).

No agli eccessi

La prima regola è quella di non esagerare, tenendo bene a mente che la protagonista della giornata è quella vestita di bianco. Ciò non equivale, ovviamente, a trascuratezza, ma è un invito a non cercare di strafare a ogni costo, sarebbe di pessimo gusto. L’alternativa all’ecceso, del resto, è sempre la strada migliore. E su questo fronte il web può essere di grande aiuto, specie Instagram, che in fatto di capelli è un social mai scarso di idee.

Con i capelli lunghi

Se le lunghezze lo permettono le soluzioni possono essere davvero tante, dai raccolti bassi ballerina style, meglio se un po’ informali, tipo quelli tanto amati da Meghan Markle, ai più rigorosi alla Kate Middleton.

Altre (belle) alternative, viste anche sulle ultime passerelle, trecce e code. «Le chiome sono appena annodate in raccolti messy style, torna in auge anche la banana, ma con ciocche volutamente lasciate libere di muoversi e fluttuare a ogni movimento, come se l’acconciatura fosse casuale e non studiata», aggiunge l’esperto. Le trecce possono essere fermate con un semplice elastico, laterali alla Cara Delevingne, che aggiungono un tocco romantico al look, perfette, ad esempio, abbinate a un abito in tinte pastello.

Valida alternativa la coda alta, meglio se un po’ messy, riportata in auge dalle star, anche sui red carpet, quella bassa, invece, può essere abbinata con un semplice nastro di raso in pendant con l’outfit. Anche i capelli sciolti sono una valida alternativa, purché siano ordinati. Stanno bene da soli, o con un cerchietto, tra i best trend di stagione.

Un raccolto rigoroso impreziosito da un fermaglio con perle, un caschetto waby con fermaglio e una coda bassa effetto messy chiusa da un fiocco.

Fermagli gioiello e corti di stagione

Pixie cut, carré e bob splendono di luce propria, non hanno bisogno di altro per guadagnare in carattere e appeal, ma per dare un twist in più ai capelli, specie alle lunghezze medie, può bastare un fermaglio, meglio se laterale, per fermare un maxi ciuffo o una ciocca altrimenti ribelle. Perline, piccole pietre che richiamino i colori dell’abito scelto e del make-up saranno perfetti per creare un look armonioso adatto all’evento, senza strafare. Less is more, sempre.

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