Il nome evoca uno dei trattamenti estetici più comuni, ma il lipofilling, recentemente balzato agli onori delle cronache perché (forse) responsabile del cambiamento del viso di Demi Moore, non ha nulla a che vedere con le classiche punturine: si tratta sì di riempimento ma al posto di acido ialuronico e altre sostanze effetto replumping prevede l’innesto di tessuto adiposo autologo, ossia prelevato da altre zone del corpo.
Il “caso” Demi Moore: lipofilling sì o no?
Il lipofilling è un intervento molto diffuso e richiesto in chirurgia estetica, ma Demi Moore sembrerebbe aver esagerato un po’: in passerella per Kim Jones, all’ultima sfilata Fendi Couture insieme alle altre bellissime Naomi Campbell, Christy Turlington e Kate Moss, l’attrice cinquantottenne è apparsa anche molto diversa dal solito, con zigomi super definiti e tiratissimi.
«Non è sicuro al 100% che si tratti di lipofilling, ma è presumibile che ci sia stato un riempimento, considerando anche che è il trattamento che va per la maggiore», commenta il Professor Mario Dini, specialista in chirurgia plastica ed estetica a Firenze. La prima impressione è che qualcosa sia andato storto, ma non è esattamente così.
Perché Demi non convince? Questione di anatomia
«Non si tratta di un risultato tecnicamente sbagliato, perché non sembrerebbero esserci asimmetrie, piuttosto risulta distorta l’anatomia: in natura non esistono zigomi come quelli che ha adesso l’attrice. Anatomicamente lo zigomo va dall’orecchio all’area temporale, è una zona ben circoscritta, il fatto che la Moore lo abbia così pronunciato fino all’angolo della bocca fa sicuramente pensare».
Proprio per questo motivo che la star sembra svuotata nella parte bassa del viso con un contrasto davvero importante. «È un po’ come quando alcune pazienti chiedono di ingrandire il labbro superiore: in natura o è uguale a quello inferiore o è leggermente più piccolo, quindi un labbro superiore più grande viene subito percepito come rifatto perché dal punto di vista anatomico non è plausibile».
Il grasso del retro ginocchio, perfetto per il lipofilling intorno agli occhi
Al di là del caso specifico di Demi Moore, il lipofilling, se eseguito nel modo giusto, è un intervento estetico più che valido per restituire volume e rimodellare aree del viso e del corpo che li hanno persi con il passare del tempo o che non li hanno mai avuti: «Il prelievo e l’innesto del tessuto nella nuova sede si svolgono nel corso dello stesso intervento, sebbene ci sia anche la possibilità di prelevare il grasso e mandarlo in una banca come si fa con gli ovociti, opzione che però non viene solitamente richiesta», spiega il dottor Dini.
Le zone “donatrici” più adatte? «L‘interno ginocchia, particolarmente indicato per riempire l’area perioculare perché fornisce un grasso fine, raffinato e con adipociti di piccole dimensioni. Seguono fianchi e regione trocanterica (all’altezza del femore, ndr), che vanno benissimo per tutto il resto del viso», aggiunge lo specialista.
Il riassorbimento, una variabile da considerare
Trattandosi di tessuto autoctono, il lipofilling non presenta rischi di rigetto, però ha delle variabili. «In linea generale, per 100cc di grasso prelevato c’è un attecchimento del 50-60%, quindi circa la metà viene riassorbita, la restante rimane, facendo sì che il riempimento sia permanente», precisa il dottor Dini.
«Prevedendo questa percentuale di riassorbimento, si inietta sempre un po’ di grasso in più, ma non troppo, perché esistono le eccezioni: in caso di un attecchimento eccessivo si rischierebbe di correggere troppo, meglio prevedere un ritocco a distanza di un po’ di tempo che rischiare un risultato sgradevole».
Le zone del corpo perfette per il lipofilling
Tra le zone più gettonate per il lipofilling c’è sicuramente la regione zigomatica, e poi la regione temporale, quando l’area si svuota: «Solitamente è abbinato al lifting del viso, ma anche i giovani lo richiedono quando vogliono dare un po’ di volume alle labbra o agli zigomi. Si utilizza anche per i solchi naso genieni, le rughe tra il naso e la bocca».
Sul fronte corpo, invece, seno e i glutei sono aree che ben si prestano a questo tipo di intervento: «Il lipofilling può essere utilizzato anche per la ricostruzione mammaria, però bisogna tener presente che in questo caso non si tratterà mai di un intervento unico perché il grasso attecchisce un po’ per volta. Perché funzioni, inoltre, occorre che ci sia molto grasso a disposizione».
Tempi di ripresa fino a 4 settimane
Come per tutti gli interventi chirurgici, anche il lipofilling ha tempi di ripresa che possono essere abbastanza lunghi: «Un po’ di lividi e gonfiori sono da mettere in conto, possono volerci anche tre-quattro settimane prima che scompaiano del tutto».
Non è come un filler, insomma, bisogna valutare ogni aspetto e mettere (ovviamente) in conto anche l’anestesia, locale o generale a seconda dell’area da trattare. Ciò che conta è affidarsi sempre a specialisti e diffidare da chi propone interventi di questo tipo in studio: la salute viene prima della bellezza.
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