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Michelle Obama e Meghan Markle: la rivincita dei capelli al naturale

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Così riccia, o meglio, naturale, non la si vedeva da anni. Sicuramente dalle elezioni presidenziali del 2008. Dimessi i panni da First Lady, Michelle Obama sembra ufficialmente aver abbracciato il suo nuovo ruolo di “Most Admired Woman” degli USA, come l’ha definita il Daily Mail, anche stilisticamente parlando. E l’ha fatto liberandosi da una discussa etichetta estetica: la stiratura dei capelli, proprio a pochi giorni dall’approvazione in California della prima legge, “The Crown Act”, contro ogni forma di discriminazione verso i capelli afro, ricci o a treccine che siano, sui posti di lavoro. Michelle ha preso parola sul palco dell’Essence Fest di New Orleans che celebra dal 1995 la cultura e la musica afro-americana, in versione ultra riccia naturale.

«I capelli lisci sono sempre stati la scelta della signora Obama pensando a ciò che il mondo avrebbe voluto vedere da lei: ordine, rigore, affidabilità» ha raccontato nel 2018 alla rivista Allure la sua Hotus (Hairstylist of the United States) Yene Damtew che le ha curato il look per tutto il mandato in Casa Bianca. E, a tutti gli effetti, leggere variazioni sul tema “messa in piega bon ton” ricominciano solo dopo, a carica deposta: tornano boccoli, sfilature, styling più modaioli ma sempre più di carattere, incoraggiati proprio dalla stessa hairstylist, da sempre sostenitrice della bellezza del look afro di Michelle e di altre sue precedenti clienti, come Janet Jackson e Zoe Kravitz. «Solo con il tour di presentazione del libro, Becoming, si è sentita libera di mostrarsi con capelli sempre più al naturale. È un messaggio: ora desidera mostrare una parte di se stessa che il mondo non ha ancora visto».

I capelli, d’altronde, sono un linguaggio, un importante elemento identitario. E per Michelle, che non ha mai fatto mistero di aver sperimentato l’hair shaming, il (ritrovato) riccio afro può essere considerato, in quest’ottica, come riaffermazione di una sé più autentica, indipendente da imposizioni, ruoli, etichette istituzionali, nonché di body positivism, auto-accettazione e affermazione senza canoni: Michelle se lo era concesso in una sola altra occasione, proprio come manifesto estetico di appartenenza e “black power”, in cover del numero di gennaio 2019 di Essence, celebre testata rivolta principalmente alle donne afro-americane. E un’altra volta, lo scorso mese a giugno, in vacanza in Italia con la famiglia, a conferma di questa “riservatezza” del riccio, una concessione solo privata.

Ma a ben vedere, c’è un’altra donna che sembra aver deposto piastra e spazzola tonda in un momento di vita, si fa per dire, “privata”, lontana da impegni ufficiali: Meghan Markle, apparsa alla prima uscita informale (il King Power Royal Charity Polo Day a Wokingham) con il piccolo Archie con una chioma più lunga e naturale del solito. Non afro, certo: c’è la stiratura chimica a garantire un minimo di styling, ma le lunghezze leggermente increspate e mosse non risultavano fresche di ferro e spazzola come d’ordinanza. Un look più spontaneo, sicuramente rilassato. Forse libero, per la prima volta dal suo ingreso ufficiale nelle cronache reali inglesi. Come a dire, “ora ho altre priorità che farmi accettare da tutti, e ne sono molto felice”.

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