Un seno può essere piccolo, medio, grande, ma la caratteristica fondamentale è la naturalezza: deve essere scolpito in quel particolare corpo, sensualmente mobile, morbido e caldo. Si parla di atrofia mammaria o ipotrofia mammaria quando il seno non è sviluppato, o lo è poco. La mastoplastica additiva è un intervento delicato, in cui non basta scegliere il volume della protesi e il suo posizionamento.
L’analisi preoperatoria deve tenere conto di numerose variabili: i desideri della paziente, il rapporto tra le spalle, torace e bacino, l’altezza, la forma e il volume del seno naturale, la grandezza del complesso areola-capezzolo… La protesi può essere posizionata dietro la ghiandola mammaria, dietro il muscolo pettorale, oppure con la nuova tecnica Dual Plane, che io preferisco, parzialmente retro-muscolare, che dà un effetto molto più naturale. Il vantaggio di questa tecnica è che la protesi è libera nei poli inferiori ed è ben nascosta dallo spessore del muscolo nei quadranti superiori (per cui non si ha l’effetto scalino).
Per scolpire il seno giusto, personalmente, in sala operatoria, dopo aver inserito le protesi di prova, metto la paziente in posizione seduta, per verificare il risultato. La scelta di sottoporsi a una mastoplastica additiva non è mai un capriccio; ho visto moltissime donne rifiorire dopo un intervento al seno: è come se si riappropriassero della loro femminilità.

Sophia Loren nel film “In Ieri, oggi e domani” del 1963.
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