“La moda passa, lo stile resta” diceva Coco Chanel. Anche gli anni passano, ma l’iconografia e lo stile della “réclame” beauty a ben vedere, no. Caratteristica intrinseca al mezzo della pubblicità, ma anche alle stesse maison de beauté che tendono a restare fedeli allo stesso tipo di estetica per anni, se non decenni. È quasi un bisogno anche da parte delle donne: riconoscersi in un brand è spesso specchio di una precisa visione di sè, della propria bellezza e del proprio “credo” estetico, un desiderio che resta invariato qualunque sia la generazione in questione.
E così, ecco che le donne Chanel, dal 1960, vanno in spiaggia con maquillage dorati come la sabbia e labbra rosa corallo, riparandosi dai raggi con una manicure ultra chic. Le protagoniste dei cartelloni Christian Dior si sfidano a colpi di make up full color, magnetiche con i loro sguardi variopinti dagli anni ’80. Le bellissime “Bronze Goddess” Estée Lauder sfoggiano abbronzature bronzee in camicia candida da oltre un trentennio, così come le bellezze di casa Lancôme passeggiano sul bagnasciuga rigorosamente in mise bianche azzurre e makeup a tinte vitaminiche.
Emblematiche, su tutte, le campagne pubblicitarie dei solari: dalle curve da Pin Up anni ’50 e ’60 ai fisici più asciutti, abbronzatissimi e tonici dei ’70 (chi non ricorda le réclame Coppertone?) fino agli ’80 con il loro mito del bello e scolpito, in un canone che voleva tutte atletiche e scattanti come in Flashdance, le pagine pubblicitarie Nivea hanno scandito il passaggio tra epoche estetiche e l’evoluzione dei canoni femminili (leggi anche: #WhatisSexy: la sensualità del corpo femminile ieri e oggi). Tra make up, solari, e grandi classici, ecco com’eravamo, e dove siamo arrivate. Quanto è veramente cambiato?
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