Stufe di combattere contro la cellulite? ecco tutto quello che c’è da sapere su come si forma, si evolve, come riconoscerla e trattarla.
D’altronde, non c’è nulla di più democratico della cellulite, che «non è legata all’essere più o meno magre o grasse» come conferma anche articolo del 2004 del gruppo di ricerca dell’Istituto di Biodiagnostica di Winnipeg, in Canada e può toccare davvero tutte.
Cellulite: che cos’è?
Ma cos’è in sostanza la cellulite? «È un’alterazione cutanea definita come panniculopatia edematofibro sclerotica, un’alterazione del tessuto che è ricco di cellule adipose» ci racconta la dottoressa e dermatologa Mariuccia Bucci.
Colpisce quasi esclusivamente le donne, non compare prima della pubertà, è localizzata prevalentemente su glutei, cosce e ginocchia e si manifesta con una perdita di definizione, ritenzione idrica e progressiva perdita di tonicità dei tessuti» continua la dottoressa e dermatologa Mariuccia Bucci.
Gli stadi della cellulite
«All’inizio c’è una compromissione del microcircolo, che porta alla formazione di edema. Successivamente compare l’infiammazione del tessuto adiposo: gli adipociti aumentano di volume, si verifica una crescita del tessuto adiposo e quindi del tessuto connettivo. Dove si formano micronoduli, alla lunga percettibili al tatto» specifica la dott.ssa.
Come si evolve
La cellulite non è tutta uguale anche per questo diventa fondamentale in una prima fase l’autovalutazione.
«Il primo stadio è quello in cui c’è il ristagno di liquidi e l’accumulo di grasso sottocutaneo dovuto a stasi circolatoria e quindi a un’alterazione del microcircolo.
Quando gli adipociti subiscono un’alterazione strutturale si arriva al secondo stadio, ovvero a una maggior compromissione dei capillari. Quando l’alterazione del tessuto connettivo si aggrava ulteriormente si arriva al terzo e al quarto stadio, con comparsa di macro noduli».
Edemosa, fibrosa e adiposa: i tipi di cellulite
Per poter trattare i diversi tipi di cellulite bisogna distinguerla: «differenziamo tra una cellulite edematosa, con una consistenza pastosa, associata a ritenzione di liquidi, indolenzimento e dolore degli arti inferiori su cosce, polpacci e caviglie.
Poi c’è la cellulite fibrosa, in cui il tessuto è caratterizzato dal cosiddetto aspetto a buccia d’arancia, accompagnata da una riduzione della tonicità dei tessuti» continua la dott.ssa.
E infine c’è la cellulite adiposa: «è percepita come dura, si presenta più granulosa sotto le dita e in fase avanzata ha il classico aspetto “a materasso”. Si localizza sui glutei, sulle ginocchia e cosce o sulla zona centrale di addome e deltoide».
Cellulite: come affrontarla
Ma cosa possiamo fare per migliorare l’aspetto della pelle? «Bisogna contrastarla su più fronti: drenare i liquidi, stimolare la lipolisi favorendo il destoccaggio dei grassi di deposito, migliorare il tono e il rilassamento cutaneo. Come? con un regime ipocalorico e iposodico ma anche con trattamenti localizzati di tipo cosmetico».
Gli attivi più efficaci?
Quali sono gli attivi più efficaci da ricercare nelle creme anti-cellulite? «Sicuramente la caffeina pura è la sostanza che per eccellenza è in grado di attivare il metabolismo degli adipociti, cosi come le alghe brune, che possono veicolare quote di iodio.
Utili anche i flavonoidi, che aumentano la resistenza della parete dei capillari e una speciale microalga, la Tisochrysis lutea, che stimola il tessuto adiposo e incrementa l’azione rimodellante».
Trattamenti anti-cellulite da fare in istituto
«Tra quelli che danno i migliori risultati ci sono sicuramente gli infrarossi, la radiofrequenza, il massaggio endodermico e il laser al diodo» continua la dott.ssa Bucci.
«La tecnica degli infrarossi, in particolare, sfrutta il calore per tonificare e rassodare i tessuti e allo stesso tempo ha anche un’azione lipolitica sulla cellulite e drenante sui liquidi in eccesso.
Un altro trattamento che funziona molto bene è l’ultrasuono micro focalizzato, ad azione liporiducente: attraverso l’onda coolwaves attiva il metabolismo dei grassi che poi vengono smaltiti naturalmente dall’organismo».
E per le culotte de cheval?
«In questo caso è consigliabile la lecilisi, una sorta di liposcultura soft che utilizza delle iniezioni mensili di acido desossicolico e fosfatidilcolina per sciogliere direttamente le adiposità localizzate. Un trattamento che sta affiancando la classica mesoterapia».
E per la perdita di tono?
«Per l’atonia post dieta tra le soluzioni più efficaci c’è la radiofrequenza: si tratta di onde che penetrano nel derma, rilasciano calore al tessuto circostante e stimolano la produzione dei fibroblasti e quindi di nuovo collagene, con effetto lifting» conclude la Dott.ssa Bucci.
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