Partiamo dai fatti: a scatenare il trend topic sul nome di Armine Harutyunyan, 23 anni, modella armena voluta da Alessandro Michele sulla sua passerella Gucci Primavera/Estate 2020, è stata una fake news su una presunta classifica delle modelle più sexy del mondo, di cui anche lei avrebbe fatto parte. L’ondata polemica, via Twitter, è stata immediata: commenti sessisti e razzisti sono piovuti su questa giovane ragazza, prima che modella.
Motivo? Armine Harutyunyan non risponderebbe ai canoni “classici” della modella a cui il pubblico è abituato, e tantomento sarebbe degna di alcuna classifica (per giunta rivelatasi inesistente) di bellezza.
Chi è Armine Harutyunyan
23, origini armene, Armine è stata voluta da Alessandro Michele per la sfilata Primavera/Estate 2020.
Ha sfilato in passerella, lo scorso settembre, vestita di una tunica bianca molto simile a quella di un carcerato.
Il messaggio era chiaro: lo stilista, che ha rivoluzionato il marchio fiorentino e che sta portando avanti un lungo discorso sul concetto di bellezza, voleva comunicare quanto fossimo vittime e prigionieri di concetti, canoni e idee che in realtà dovrebbero essere fluidi, in movimento.
Alla ricerca della diversità
Gucci non è un maison nuova, infatti, a questo tipo di scelta estetica quando si tratta di testimonial. Pochi mesi fa aveva fatto parlare di sé la notizia di Ellie Goldstein, prima modella con la sindrome di down ad essere scelta dal marchio fiorentino.
Ogni campagna, ogni post, ogni sfilata di Gucci è quindi ormai tesa a dimostrare come la diversità sia il vero mantra del brand. Non è un caso tra l’altro, che lo stilista della maison abbia voluto assumere tempo fa un Diversity Manager, specializzato proprio nel concetto di inclusività.
Evidentemente però – e la polemica in corso lo dimostra – il lavoro da fare è ancora tanto. Esiste, infatti un divario tra il mondo della moda – dove da tempo i casting delle sfilate vengono popolati di ragazzi e ragazze i cui lineamenti sono lontani anni luce dai canoni delle top tradizionali – e la percezione estetica del cosiddetto mondo social.
Le star vittime di body shaming
Da Chiara Ferragni a Vanessa Incontrada, da Ashley Graham a Lizzo, le star vittime di body sharing sono ormai tantissime. In molti casi però (ed è successo anche con Armine) la polemica si traduce in una visibilità inaspettata per la vittima. La stessa modella armena, ad esempio, ha visto “esploder”e il suo profilo Instagram nel giro di poche ore.
La sua immagine e relativo profilo Instagram ricordano quello di una nobildonna di un quadro fiammingo, le sopracciglia folte, lo sguardo intenso, il viso sottile.
Lei, dal suo canto, dopo aver ricevuto anche il sostegno di Chiara Ferragni in una stories su Instagram, ha risposto condividendo il ritratto di una fan italiana con la scritta “L’Invidia”, riportata a chiare lettere.
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