Tanto più sono piccoli, tanto più seducono. Parliamo di tatuaggi: “spenta” la passione per tribali, ideogrammi e frasi coniate da poemi e canzoni, oggi piacciono in formato mignon. Per la felicità degli specialisti della pelle: «Non si può ignorare che disegnare la pelle equivale a procurarle una forma di lesione. Per questo va fatto a regola d’arte e considerando infinite variabili, anche quando ci si espone al sole» spiega il dermatologo romano Giuseppe Grasso, partner MioDottore.
I veri rischi
Ma quali sono i rischi oggettivi a carico della pelle tatuata quando viene esposta al sole? «Nessuna controindicazione per la cute in sé, a patto ovviamente di proteggerla in modo adeguato e con un prodotto idoneo al proprio fototipo. Il problema vero è rappresentato dall’interazione tra i raggi ultravioletti e il pigmenti usati per il tatuaggio: la luce solare e il calore, infatti, interagiscono con l’inchiostro sottopelle e lo “consumano”, rendendo il disegno meno nitido e brillante».
Come sopperire è presto detto: «adottando una protezione solare a elevato SPF da applicare sulla parte tatuata», sottolinea Giuseppe Grasso. «Regolarità e quantità di cosmetico applicato sono fattori determinanti», tiene a precisare Luca Russo, dermatologo e fondatore della londinese The Rejuvenation Clinic & Medispa. «Due ore sono il limite oltre il quale un solare esaurisce il suo potenziale protettivo, mentre la dose ottimale di prodotto da stendere corrisponde a 2 milligrammi per centimetro quadrato». Un cucchiaino da tè, per capirci. Non poca, ma neanche troppa, quando ne va della sicurezza della propria pelle.
Da non sottovalutare la protezione fisica dei disegni: con un braccialetto o una bandana, se sono piccoli e in una posizione comoda da “vestire”; con una maglietta se il tatuaggio è particolarmente esteso e posizionato su schiena, spalle, décolleté, braccia e busto.
Se è appena fatto?
Le attenzioni si intensificano in due casi specifici. In primo luogo, se il tatuaggio è recente. «Consiglio di aspettare almeno due settimane prima di esporre al sole il disegno. E successivamente, di adottare un cosmetico protettivo con SPF non inferiore a 50». In secondo luogo, se il disegno è stato effettuato su un tratto di pelle segnato da nei. «I nei non andrebbero mai e poi mai coperti da tatuaggi», tiene a ribadire il dottor Grasso. «Per una questione di salute, ancor prima che estetica. Quando ci si tatua, infatti, si immette nell’organismo un inchiostro composto da pigmenti che, per quanto innocui, rappresentano un corpo estraneo. E come tale vengono recepiti dai melanociti, cellule responsabili della colorazione della pelle. Basta poco, purtroppo, perché questa interazione dia il via alla formazione di un melanoma, con conseguenze sulla salute anche molto gravi».
Occhio al colore
«In linea generale, i tatuaggi non colorati sono meno delicati rispetto a quanti presentano tonalità diverse», spiega il dottor Grasso. «Tra i pigmenti generalmente utilizzati per caratterizzare il disegno, il rosso è il più sensibile ai raggi ultravioletti. Impone, quindi, una maggiore regolarità nell’applicazione di un filtro solare con SPF pari o superiore a 30».
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