Cinquant’anni, che vuoi che siano? Poco o nulla per Maria Grazia Cucinotta (è nata il 27 luglio), modella, attrice e produttrice. Dopo l’esordio in Il Postino con il grande Massimo Troisi, il trasferimento negli Usa suggellato dal ruolo di Bond girl ne Il mondo non basta, un matrimonio di lunga durata con Giulio Violati, imprenditore «Roma-centrico» che la segue a distanza, una figlia 17enne, Giulia, Maria Grazia continua a collezionare sfide.
«È l’unico anti-aging che funziona – dice alla vigilia del prossimo ruolo (moglie del protagonista) nel film Lamborghini del regista Bobby Moresco (premio Oscar per la sceneggiatura di Crash), con Antonio Banderas e Alec Baldwin. «Gireremo a novembre in Italia. È una produzione americana, italiana e cinese, e io sono stata portata dal produttore cinese». Sì, perché in Cina lei è di casa da quando nel 2006 – tra perplessità di amici e colleghi – ha inaugurato la prima collaborazione cinematografica tra il nostro Paese e «una terra magica che come me guarda sempre avanti».

Maria Grazia Cucinotta ha compiuto, 50 anni il 27 luglio. Il suo prossimo film sarà “Lamborghini”, coproduzione americana, italiana e cinese sulla storia di Ferruccio, mitico fondatore della Lamborghini.
Cinquant’anni, un compleanno da festeggiare.
Ci sono arrivata! Un po’ preparata in realtà, perché da due anni collaboro con Victoria, il magazine di P&G che racconta come oltre i 50 ci sia ancora tanto da fare nella vita (la pubblicazione sostiene l’associazione Susan Komen nella lotta ai tumori del seno di cui la Cucinotta è testimonial da 18 anni, ndr). C’è chi entra in depressione, ma per quasi tutte noi i problemi sono gli stessi dei 30 o 40 anni. I patemi d’amore non passano con l’età. Il fatto poi che con gli anni la vista si abbassa è una protezione: allo specchio i dettagli si vedono meno!
La sua prima ossessione di bellezza?
C’era sempre qualcosa di me che non mi piaceva, dalle gambe troppo magre al seno troppo grande, oltre al fatto che portavo gli occhiali!
Mai pensato di cambiare qualcosa?
Quando a 18 anni facevo la modella a Milano volevo ridurmi il seno. Mi ha salvato mia madre che piangendo mi disse: «Ho sbagliato tutto, tu non ti accetti». Ho anche provato il botox, ma non vedevo l’ora che sparisse l’effetto.

Maria Grazia Cucinotta con “Victoria”, il magazine di P&G che racconta come oltre i 50 ci sia ancora da fare nella vita. La pubblicazione sostiene l’associazione Susan Komen nella lotta ai tumori del seno, di cui la Cucinotta è testimonial da 18 anni.
Quando il make up l’ha aiutata davvero?
Sempre. Con il trucco ho imparato a riequilibrare le asimmetrie del viso. E quando sono stanca ho capito che una “botta” di rossetto aiuta a spostare l’attenzione.
Sole sì o no?
Lo prendo poco e sempre con la protezione totale. I miei primi lavori furono come modella esotica, ma adesso che collaboro con i cinesi non potrei proprio. Purtroppo ho cominciato a proteggermi dopo i 40 anni. Prima, pensando di essere invincibile, ho messo a dura prova il mio corpo sotto i raggi.
Che cosa fa per rilassarsi?
Mai la stessa cosa. Adesso per esempio mangerei una granita di gelso con la brioche. Da Saretto a Taormina, davanti al mare.
Il suo terapista preferito.
Silvana, una ragazza di Roma che ho conosciuto di ritorno dagli Usa incinta di cinque mesi. Ho passato la gravidanza a letto con la schiena bloccata. Se ho più tempo vado invece a farmi coccolare all’Hotel Signum di Salina, dove girammo Il Postino e dove da qualche anno hanno trovato una sorgente di acqua termale.
Per lei detox vuol dire…
Una giornata al mese in cui bevo solo tè verde e mangio quattro mele con la buccia bollite in due litri d’acqua. In ogni caso, da quando in Cina mi sono abituata a mangiare alle sei del pomeriggio mi sento molto meglio.
La sua fitness-routine?
Non faccio niente. Sarei bugiarda a dire il contrario. Quando posso cammino.
È in pace con i suoi capelli?
Ora sì perché ho capito che mantengono bene la piega. Sono ricci e spessi come travi. Certo quando a Beijing con il 100 per cento di umidità esco liscia e torno riccia alla reception quasi non mi riconoscono.
Il suo colore naturale sarebbe…
Adesso completamente bianco. Mi ci vede?
Che cosa vorrebbe cambiare del suo fisico?
Le spalle, le avrei volute più larghe perché per nascondere il seno sono stata a lungo curva.
E per che cosa dice grazie alla mamma?
Per il fatto che sono viva. Quando sento: “Che paura i 50 anni!”, penso: “Ragazzi, siamo vivi”. È ovvio non puoi avere la pelle di una ventenne. Mi piace essere attiva, in vacanza al quinto giorno ho già messo a lavorare tutti, compresa mia figlia Giulia, molto più posata di me. Quando non ci sono si dà da fare, altrimenti per lei sono stilista, truccatrice e pizzaiola: nel weekend faccio la pizza per tutti!
Pioniera in Oriente
L’avventura cinese di Maria Grazia Cucinotta inizia 12 anni fa con un viaggio istituzionale del governo italiano a Pechino, dove conosce la direttrice del festival del cinema di Shanghai che la invita a far parte della giuria a fianco del regista di Addio mia concubina, Cheng Kaige e di Luc Jacquet de la Marcia dei pinguini. «Sai quando dici sì pensando “tanto sono dall’altra parte del mondo”?», racconta oggi l’attrice-produttrice siciliana. Nel 2014 realizza la sua prima co-produzione cinematografica tra i due Paesi. «C’è sempre un perché raccontava le vicende sentimentali di una cuoca mediterranea (io) e di un buffo operaio cinese che piomba nella sua vita. Girato a Chengdou e a Favignana, con metà troupe italiana e metà cinese (e 18 interpreti!) non è stato ancora distribuito in Italia». Nel frattempo è stata testimone del boom del cinema cinese degli ultimi anni: «Un cambiamento epocale rispetto ai primi film visti arrivando lì, tutti a spezzoni a causa della censura».
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